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Lior Many, da Prandelli al Maccabi: “Alimentazione alla base del successo”

Lior ha lavorato nella Fiorentina di Prandelli quando era nutrizionista tirocinante

Redazione VN

“Entro nello spogliatoio e Prandelli semiserio mi fa: ecco Montolivo, è troppo magro, ho bisogno che si irrobustisca. Mi giro e intanto, alle spalle, sbuca quel gigante di Toni. Come primo impatto, da calciofilo sfrenato quale ero e quale sono, direi niente male”. Agosto 2005: Lior Many, brillante studente universitario israeliano in trasferta, fa il suo ingresso in casa Fiorentina come dietista tirocinante incaricato di effettuare misurazioni e comparazioni della massa corporea degli atleti. Un progetto sviluppato lungo l’intera stagione agonistica e che sarà la premessa, una volta discussa la tesi di laurea, per una collaborazione ufficiale che durerà più o meno fino alla fine del regno prandelliano in città.

“In quei mesi ho capito quale sarebbe stata la mia strada - racconta Lior a Moked.it (QUI l'articolo sul sito originario) -. Dietistica applicata allo sport, è quello che so fare meglio” ci racconta Lior, che ha messo a frutto quanto appreso a Firenze per inanellare una serie di esperienze che gli hanno aperto in settembre le porte di una delle eccellenze dello sport europeo: il Maccabi Tel Aviv, magnifico dream team del basket d’Israele che vanta nel suo palmares ripetuti trionfi in Eurolega. “Differenze? Non così significative, almeno sul piano dell’alimentazione” dice Lior, protagonista questa estate all’Expo milanese con una Sport & nutrition week che ha richiamato molta gente dalle parti del padiglione d’Israele al motto di “Pedala e frulla”. Al ritorno in patria, la chiamata del Maccabi: “Ci piace come lavori, vieni con noi”. Non proprio una cosa di tutti i giorni. “Mi ha gratificato e mi sta gratificando, non c’è ombra di dubbio. Anche perché le responsabilità sono molte – spiega Lior – mancando nel club una figura con le mie caratteristiche”.

Il pensiero torna così a Firenze e al periodo della sua formazione sotto Paolo Manetti, ancora oggi responsabile dello staff medico gigliato. “È il mio maestro, gli devo molto” sottolinea Many. Lo sport, d’altronde, è sempre stato nel suo destino. Nell’osservazione come nella pratica. Lior vanta infatti un traguardo notevole anche da un punto di vista agonistico: l’aver difeso con profitto, giovanissimo, la porta dell’Hapoel Yerushalaim. “Sì, me la cavavo” sorride. Anche se il meglio di sé, e lo confermano gli ultimi risultati, sembra darlo come dottore in medicina. “Il mio è un lavoro entusiasmante anche perché – ci spiega – ti permette di entrare in contatto con tante situazioni particolari. Per dire, sono cresciuto professionalmente ascoltando il professor Manetti che parlava della dieta di Batistuta e dei segreti, dal punto di vista nutrizionale, che l’hanno fatto diventare uno dei più grandi campioni di sempre. Sono cose che lasciano il segno, è inevitabile”. E lasciano il segno anche le tante amicizie e conoscenze disseminate nel percorso. Come quella con Prandelli, allora ct della nazionale, che avrebbe guidato alla scoperta di Israele in occasione del viaggio organizzato dalla Figc a ridosso del calcio d’inizio degli Europei Under 21 del 2013. “È stato bellissimo riabbracciarlo – racconta Lior – e anche constatare come Israele gli sia letteralmente entrato nel cuore”.