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Leandro: “Cecchi Gori aveva un debole per me, discusse con Terim. I miei figli potrebbero giocare nella Fiorentina”

22 Oct 2000: Machado Leandro of Fiorentina celebrates during the Brescia v Fiorentina Serie A match played at the Mario Rigamonti stadium in Brescia. Mandatory Credit: Grazia Neri/ALLSPORT

Leandro ricorda anche la discussione fra Cecchi Gori e Terim ai tempi della Fiorentina

Redazione VN

L'ex attaccante viola Leandro ha concesso una lunga intervista a Tuttomercatoweb.com durante la quale ha ripercorso il suo periodo a Firenze. Eccone un estratto:

Fiorentina? Partii forte e nelle prima otto partite se la memoria non mi inganna segnai cinque gol. La tifoseria mi voleva bene e cantava anche una canzone per me. Era qualcosa di speciale ed è indimenticabile. Non era così scontato che un brasiliano appena arrivato si ambientasse così bene. Per altri, anche giocatori già affermati, era stato più complicato. Nonostante avessi giocato così bene, però, all'improvviso Terim decise di non farmi più giocare. Non ho capito il motivo anche perchè avevo segnato con continuità. Anche il presidente Vittorio Cecchi Gori si stupì del fatto che non giocassi. All'intervallo di una partita ci fu un confronto tra lui e Terim e il presidente chiese perchè non venivo utilizzato. Non so cosa successe ma dopo poco tempo il tecnico decise di dimettersi. Cecchi gori aveva un debole calcistico per me: dopo le vittorie con i miei gol, mi abbracciava e mi spronava. 'Bravo Leandro, forza Leandro', mi diceva. Io mi sentivo bene, ero anche nel giro della Seleçao che all'epoca annoverava grandi calciatori. A Firenze arrivò poi Mancini che era alla sua prima esperienza da tecnico ma si vedeva che aveva le caratteristiche da allenatore top. Ricordi? Potrei citare dei gol segnati in campionato e invece dico che la doppietta che segnai, appena arrivato a Firenze, al Memorial Cecchi Gori contro l'Atletico Bilbao fu importante perchè la tifoseria iniziò a vedermi con occhi diversi e mi consentì di guadagnare spazio. Vinsi il trofeo, un pallone d'oro, come miglior giocatore di quella edizione. Lo conservo ancora in casa. Tutti e tre i miei figli possono giocare nella Fiorentina. Sono tre gemelli, Lorenzo, Filippo e Valentina. Hanno 15 anni: la bambina gioca nella nazionale americana under15, Lorenzo è un attaccante rapido dribblatore, tecnico e difficile da marcare. Ricorda Edmundo. Filippo è un laterale destro molto bravo. Sono davvero sopra la media e mi piacerebbe portarli a Firenze. Tra l'altro mia moglie ed io parliamo spesso con loro dell'Italia e in più spesso a casa nostra la cucina italiana la fa da padrona. Per i miei figli mi hanno chiamato vari direttori, anche i dirigenti del Vasco che li hanno visti e sono rimasti colpiti. Solo che il Brasile non ti dà la possibilità di studiare e giocare come invece si fa qui negli Stati Uniti. E allora a questo punto meglio un'esperienza in Europa.

Parlando dei viola, mi auguro comunque di poter tornare presto a Firenze, ho saudade della città, del Ponte Vecchio. Piazzale Michelangelo. Abitavo a Fiesole, altro posto speciale con una vista unica. E amo la bistecca alla fiorentina. Sono brasiliano e adoro il churrasco ma a tutti i miei amici dico: potete parlare di carne solo dopo aver assaggiato la bistecca, con quel colore rosa perfetto e così saporita. La accompagno con un buon vino e non posso chiedere niente di meglio".

https://www.violanews.com/news-viola/toldo-contrario-alla-ripresa-del-campionato-alla-fiorentina-stavo-benissimo/

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