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Leader, ma con un difetto da correggere

In poco tempo Astori è diventato un leader tecnico e carismatico della Fiorentina. Alla causa viola, però, deve dare un contributo anche in termini di gol. Aspetto su cui Davide è mancato la scorsa stagione

Stefano Niccoli

Un velo di scetticismo aveva accompagnato il suo arrivo a Firenze un anno fa. E non poteva essere altrimenti, vista la stagione deludente disputata con la maglia della Roma. In una stagione, però, l'universo calcistico di Davide Astori si è capovolto. Il classe 1987 ci ha messo un attimo a diventare un punto fermo della Fiorentina di Sousa. Pulito, attento ed elegante: tre aggettivi che calzano a pennello per descrivere gli interventi del centrale. Tante belle prestazioni grazie alle quali il buon Davide, diventato babbo di Vittoria proprio a Firenze, si è guadagnato la fiducia dei tifosi viola che lo vedrebbero bene - alcuni di loro - con la fascia di capitano al braccio. Merito anche del suo atteggiamento. Astori non ha peli sulla lingua, non si fa a problemi a dire parole dure nei confronti dei compagni quando qualcosa non gira per il verso giusto. Come ad aprile, subito dopo la pesante sconfitta con l’Empoli, arrivata in uno dei momenti più complicati della Fiorentina.

In poco tempo, dunque, Davide è diventato un leader non solo tecnico (e su questo punto di vista, l'auspicio è che possa confermarsi anche la prossima stagione), ma anche carismatico.

Una stagione, la 2015-16, con tante luci e poche, pochissime ombre per Astori. Tra queste, purtroppo, il fatto di non aver contribuito alla causa viola in termini realizzativi. Al gol ci è andato vicino in più di una circostanza, è vero, ma, come dice il detto, "vicino conta solo a bocce". Una piccola pecca, questa, anche se per un difensore, si sa, la priorità non è entrare nel tabellino dei marcatori, ma evitare di far segnare il bomber di turno. E su questo aspetto il suo dovere, Astori, lo ha fatto eccome.

Per il classe 1987 la stagione 2016-17 dovrà essere quella della conferma in fase difensiva e, si spera, della svolta in quella offensiva.

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