Riavvolgiamo il nastro di qualche mese. Novembre 2020: "Credo così tanto in me e in questo club che al direttore Barone ho aggiunto: 'Fra due o tre mesi mi chiamerete per firmare di nuovo'". E ancora: "Mi va bene indicare la parte sinistra come obiettivo della Fiorentina. Ma questo deve essere un punto di partenza, non di arrivo". L'autore di queste due dichiarazioni? Cesare Prandelli, appena chiamato a sostituire Iachini e proiettato in uno slancio di ottimismo, a posteriori decisamente eccessivo.
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Le ultime parole famose
Le dichiarazioni da una parte, la realtà dall'altra
Un girone dopo, il Prandelli bis è un fallimento: 4 vittorie, 6 pareggi, 9 sconfitte, media punti di 0,94 a partita, più gol subiti (29) che segnati (19). Tanti fattori hanno inciso su un campionato da salvezza risicata. Non ultimo quello di una rosa tutt'altro che rinforzata dal mercato invernale.
"Un mercato di completamento", come lo aveva definito il ds Pradè, aggiungendo poi che "Malcuit e Kokorin sono disponibili da subito", due "operazioni fatte in sintonia con il tecnico". A conti fatti solo il francese sta offrendo il proprio contributo, di livello medio-basso e in un ruolo già coperto. Il russo, invece, ha toccato forse tre palloni nelle poche presenze in viola e si è subito infortunato. Senza poi considerare la cessione di Duncan (titolare nel Cagliari che lotta con la Fiorentina per salvarsi), non sostituito numericamente.
A dodici giornate dalla fine del campionato la Fiorentina non sa se resterà in Serie A o tornerà in Serie B dopo vent'anni. Un campionato da lacrime e sangue. Il terzo di fila per i colori viola. Cambiano le proprietà, i dirigenti, gli allenatori e i calciatori, ma la realtà resta sempre la stessa: depressa e senza prospettive.
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