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Le prime 4 gare viola: un bilancio molto positivo

Dopo appena due partite di campionato e due di Europa League, la Fiorentina va momentaneamente “in soffitta” per lasciare spazio alla nazionale di Cesare Prandelli, impegnata nei due incontri di …

Redazione VN

Dopo appena due partite di campionato e due di Europa League, la Fiorentina va momentaneamente “in soffitta” per lasciare spazio alla nazionale di Cesare Prandelli, impegnata nei due incontri di qualificazione ai Mondiali di Brasile 2014. Venerdì 6 settembre al Renzo Barbera di Palermo contro la Bulgaria e martedì 10 allo Juventus Stadium di Torino con la Repubblica Ceca. In occasione della pausa, proviamo a fare un bilancio delle prime quattro gare disputate dalla formazione gigliata.

GRASSOPPHER-FIORENTINA – Si parte con l’andata del play off di Europa League contro il Grassoppher a Zurigo. Match che sancisce il ritorno in Europa della Fiorentina, tre anni dopo l’eliminazione dalla Champions League 2009-10 ad opera del Bayern Monaco e... dell’arbitro Ovrebo. Di fronte, non certo una delle squadre più forti del panorama calcistico, ma sicuramente una delle migliori presenti nell’urna di Nyon. La differenza di qualità tra viola e biancoblù, però, è netta. Malgrado la pesante assenza di Pizarro, infortunatosi con il Cile, basta poco alla Fiorentina per prendere il controllo del centrocampo e portarsi in vantaggio al dodicesimo con Cuadrado, travestitosi per l’occasione da Gabriel Batistuta versione Wembley. Da quel momento in poi sarà un vero e proprio monologo, con gli uomini di Skibbe mai realmente pericolosi dalle parti di Neto, anzi è il portiere Burki a negare il raddoppio ad Aquilani. Bene anche nella ripresa. Ci pensa un’autorete di Grichting a chiudere il discorso. Nel secondo tempo la fatica comincia a farsi sentire, la manovra non è più fluida come lo era stata nella prima frazione di gioco e il Grassoppher ne approfitta segnando di testa con Anatole. Piccola fiammella di speranza per il ritorno. Finisce 1-2, l’aeroplanino non può che dirsi soddisfatto per una partita in cui a tratti si sono rivisti i fraseggi dell’anno scorso.

FIORENTINA-CATANIA – Per l’esordio in campionato, al Franchi arriva il Catania di Rolando Maran, una delle squadre rivelazione la passata stagione grazie all’ottavo posto conquistato (56 punti, due sopra l’Inter), ma orfana di Francesco Lodi, andato al Genoa, e del Papu Gomez, ceduto in Ucraina al Metalist. Al quattordicesimo sblocca Rossi. Pepito scaccia gli incubi dei due infortuni che lo hanno tormentato fino a pochi mesi fa e torna al gol 695 giorni dopo quel Villareal-Real Zaragoza 2-2 del 1° ottobre 2011. Un destro chirurgico all’angolino che ha il sapore dell’inizio di una nuova vita. Al 22’ Barrientos pareggia i conti, favorito da uno spericolato colpo di tacco al limite dell’area di Pizarro. Per fortuna ci pensa proprio il Pek a ristabilire le distanze al 28’. 2-1 il finale. Ok il risultato, un po’ meno la prestazione. Soprattutto nei secondi quarantacinque minuti, si è vista una Fiorentina lenta nella circolazione della palla, con poche idee e poche azioni pericolose create. Probabile abbia influito la stanchezza. D’altronde, sarebbe irragionevole pensare di essere al cento per cento il 26 agosto. Quel che contava era conquistare i tre punti, non certo come, e rispondere così alle altre big della Serie A, tutte vittoriose ad eccezione del Milan, ko a Verona.

FIORENTINA-GRASSHOPPER – I due gol dell’andata sembrano dare una certa tranquillità. Invece no. La Fiorentina è impacciata, spaventata, lontana anni luce da quella che siamo stati abituati a vedere. Forse la più brutta della gestione Montella. Per di più contro un avversario di gran lunga inferiore. Ci pensa Neto a fornire a Ben Khalifa l’assist per l’1-0 al 42’. Unico gol della serata fortunatamente, ma che tanto ha fatto soffrire i tifosi. Tutti possono sbagliare, ci mancherebbe, ma la papera del brasiliano è clamorosa.

GENOA-FIORENTINA – Se i tifosi si aspettavano una risposta dopo la scialba prova contro il Grassoppher, l’hanno avuta. Decisamente un’altra Fiorentina rispetto a quella vista contro le cavallette svizzere: frizzante e spettacolare. Qualità del gioco di altissimo livello, nonostante il cambio di modulo con Borja Valero dietro le punte e Ambrosini e Aquilani a centrocampo. Un schiaffo al campionato che fa male, che riporta i Montella Boys in testa alla classifica alla pari di Juventus, Roma, Napoli e Inter. Segnare tre gol in meno di mezz’ora vuol dire esser già una grande squadra. E poi quella di Genova è stata la partita che ha fatto registrare le prime due reti di Mario Gomez. Dopo pali e occasioni sbagliate sulla linea di porta, il Panzer ha risposto come solo lui sa fare: avventandosi come una furia sul cross di Pasqual, infilando col piattone destro il povero Perin. La doppietta – per il definitivo 5-2 - su rigore, ma il gol che contava era il primo, quello che ha rotto l’incantesimo. Buoni segnali anche da Neto, autore di almeno tre ottimi interventi, di cui uno decisivo su Kucka.

QUINDI? – Bilancio, quindi, positivo dopo quattro gare. Sei punti in campionato con altri tre nel mirino alla terza giornata. A metà settembre al Franchi c’è il Cagliari: formazione insidiosa, ma assolutamente alla portata dei viola. Missione compiuta, anche se con qualche patimento di troppo, in Europa League con la qualificazione alla fase a gironi in cui la Fiorentina se la dovrà vedere con Dnipro, Pandurii e Pacos Ferreira. E’ andata bene.

STEFANO NICCOLI