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Lazzari: “Sogno un gol alla Juve”. L’intervista completa

“Critiche esagerate, ma non mi condizionano” (COMMENTA)

Redazione VN

Dopo le anticipazioni di questa mattina, vi proponiamo l'intervista completa di Andrea Lazzari quest'oggi al Corriere Fiorentino, a firma di Ernesto Poesio.

Lazzari quella di sabato sarà la sua «prima volta» contro i bianconeri al Franchi. Emozionato?

«Sì, un po'. Come tutti i compagni. C'è grande attesa, e nello spogliatoio sappiamo benissimo che cosa significhi questa partita per la nostra gente. Stiamo lavorando tanto per farsi trovare pronti».

Rossi sta provando una Fiorentina con il rombo e con lei trequartista...

«È un'opzione, dipende anche da come starà Jovetic. Per me è un ruolo che conosco e ci potrebbe permettere di arginare Pirlo. È lui che fa girare tutta la Juventus. Se invece Rossi sceglierà il 4-3-3 avremo la possibilità di tenere più bassi i loro terzini e di giocare di più per la testa di Amauri».

Che immaginiamo non stia nella pelle, giusto?

«È molto carico. Ha il dente avvelenato, vuol dimostrare alla Juve che si sbagliava sul suo conto».

Che cosa temete dei bianconeri?

«L'intensità che mettono per tutta la partita. E poi hanno tanti grandi giocatori».

Nel suo passato ci sono anche cinque rete ai bianconeri...

«Sì, quando ero all'Atalanta segnai sia all'andata che al ritorno in Coppa Italia. Fare gol sabato sarebbe un sogno, ma la cosa più importante sono i tre punti».

C'è anche un po' di tensione sul fronte arbitrale. È preoccupato?

«No, non particolarmente, certe lamentele fanno parte del gioco».

Però a Parma hanno funzionato...

«Diciamo che il rigore era un po' dubbio. Forse in quel caso certi discorsi sono serviti. Ogni tanto capito che qualche arbitro venga un po' trasportato dall'ambiente. In questo senso allora dovremmo essere avvantaggiati visto il tifo che si preannuncia al Franchi... (ride, ndr)».

Già, lo stadio sarà pieno. Non è un po' paradossale che ci volesse la Juventus per riuscirci?

«Beh, è la dimostrazione che non è stata certo una grandissima stagione. Sabato però dobbiamo essere tutti uniti, tutti dalla stessa parte».

Lei conosce Rossi fin dai tempi dell'Atalanta. Che cosa sta dando alla Fiorentina?

«Cerca di far capire quali sono le sue idee. Io forse partivo avvantaggiato avendolo già avuto. Ogni giorno ci spiega le sue idee e i movimenti. Nelle ultime partite qualcosa si è visto».

Ma è già la Fiorentina di Rossi?

«No, ancora è presto, la sta facendo sua piano piano».

Intanto, oltre a farla giocare quasi sempre, le ha fatto anche pubblicamente i complimenti.

«Mi ha fatto piacere. Se si vuole creare un gruppo bisogna anche difendersi tra noi».

Però i tifosi la pensano un po' diversamente. C'erano grandi aspettative su di lei. Cosa è successo?

«La mia stagione non si può certo definire brillante. Certo se avessi segnato con l'Udinese, la Lazio, il Parma o a Catania staremmo a parlare di un grande anno. Sul lato della continuità sono invece più soddisfatto».

Però è indubbio che chi è arrivato non è riuscito a dare la scossa. Perché?

«Quando il morale non è alto e non arrivano i risultati finisce che anche uno nuovo si fa prendere dallo sconforto. E anche una buona prestazione finisce per non essere notata»

I fischi e le critiche incidono?

«Dipende dal carattere: c'è chi si fa condizionare e chi li prende come stimolo. Io credo di appartenere alla seconda categoria anche se devo dire che certi commenti che ho letto mi sono sembrati esagerati. Comunque credo di aver dimostrato sempre impegno e voglia di meritarmi la maglia. In fondo se l'allenatore mi fa giocare ci sarà un motivo. E l'unico giudizio che conta è quello di Rossi».

Ma che cos'è oggi la Fiorentina?

«Una squadra con grande potenzialità, che però non riesce a dimostrarlo. Dobbiamo essere più amalgamati, e portare questo gruppo sul campo. È ciò che sta cercando di fare Rossi».

Ma perché è così difficile?

«Non siamo convinti di quello che possiamo fare, non ci rendiamo conto di quello che siamo e dei giocatori che abbiamo. La posizione della classifica non è quella che ci spetta».

Sembra un lavoro lungo quello che dovrà Rossi. Il prossimo anno lei ci sarà?

«Sono in comproprietà e spero di restare. Con la società però non ho ancora parlato».

Ora c'è da finire questa stagione. E da battere la Juve. Cosa non deve mancare in campo?

«L'intensità per tutti i novanta minuti. Dovremo essere aggressivi per tutta la gara»

È la partita dell'anno?

«Sì, può esserlo, per tutto, per la classifica, per la nostra gente e per il valore che ha per Firenze».

La Juve allora deve aver paura?

«Paura forse no, ma soffrirà. Dovrà avere rispetto. Spetta a noi tornare a incuterlo, è proprio ciò che ci è mancato quest'anno».

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