"Paulo Sousa e la Fiorentina sono vicini alla separazione: dopo la scadenza del contratto in essere sembra difficile un prolungamento del rapporto con l'opzione di rinnovo che, con le condizioni attuali, non verrà esercitata per non tenere sulla panchina un tecnico scontento e incappare in una stagione di transizione, più di quanto quella in corso possa esserlo. Una cosa è certa: al di là dei risultati raggiunti e delle incomprensioni, la Fiorentina sarà grata al tecnico portoghese, abile nel creare un patrimonio per l'allenatore e la squadra che verranno.
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Lanci e rilanci: Sousa, in ogni caso, lascerà un patrimonio
L'allenatore portoghese ha valorizzato tanti elementi a sua disposizione, senza lasciare indietro nessuno e provando a trarre da ogni giocatore il massimo delle potenzialità
"Iniziò nel 2015, al momento del suo arrivo, quando chiamò Bernardeschi, impegnato nell'Europeo under-21, per convincerlo a rimanere, lui che era sul piede di partenza dopo un'infortunio e le poche possibilità concessegli da Montella: lo ha adottato, facendogli girare il campo, prendendosi le critiche e redarguendolo sul lato privato, una mossa che può non essere piaciuta ma, come confermato dallo stesso giocatore, "se il mister ha detto quelle parole, avevano un significato. Me le ha spiegate in privato e io le ho capite benissimo ed accettate, come è giusto che un calciatore è giusto accetti sia complimenti che critiche". Lui come l'altro Federico, quello definito "il futuro capitano della Fiorentina": la mossa più lungimirante di Sousa è probabilmente Chiesa, uno destinato al prestito ma che, con prestazioni e voglia, si è guadagnato la fiducia di tutto l'ambiente viola, candidandosi per un posto nella squadra che verrà. L'abbraccio nella fredda serata di Baku è la testimonianza di ciò che è stato costruito insieme al giocatore. Ci vuole pazienza con i giovani, quella che dopo alcune incomprensioni non ha avuto con Diakhatè: da Perez a Maistro, convocato senza però esordire, il tecnico ha saputo guardare nel vivaio che in questi anni ha perso tanti giocatori lasciandoli partire per altre mete. Non solo, Sousa ha fiducia anche in Hagi, fatto esordire in Serie A contro il Cagliari dopo averlo testato nel precampionato, così come in Diks, sceso in campo per la prima volta lo stesso giorno del rumeno ed entrato nei minuti finali contro il Napoli.
"Il patrimonio che l'allenatore portoghese lascerà non sarà soltanto legato ai giovani lanciati: c'è anche chi, come lo stesso Badelj, ha saputo rilanciarsi grazie al lavoro sul campo e sulla mentalità. Matias Vecino, dopo alcuni prestiti convincenti, si è preso con prepotenza quel posto che nella formazione di Montella non era ancora in grado di ricoprire: lo scorso anno sono stati respinti alcuni assalti, soprattutto da parte del Napoli, facendo aumentare il valore di un giocatore acquistato per circa due milioni. Un altro elemento che ha ritrovato se stesso ed anche la Nazionale è Davide Astori, rilanciato dopo la parentesi romana e componente di quella difesa insieme ad un ragazzo che deve esplodere ed ancora non valutabile: Carlos Salcedo, una delle scommesse di Sousa che tanto avrebbe voluto lavorare con Savic a Firenze.
"Il giocatore che non ti aspetti è Cristoforo, inserito nel contesto con un processo destinato al ritorno ai livelli raggiunti prima dell'infortunio con la maglia del Sevilla: titolare contro il Napoli, è il calciatore che con meno proclami potrebbe essere riscattato per ringiovanire e mantenere alto il tasso tecnico della squadra. Dopo aver fatto brillare Ilicic, appannato con Montella eccetto negli ultimi mesi del tecnico italiano, ha scoperto Kalinic, l'unico per il quale l'allenatore portoghese è intervenuto con la società. Un patrimonio legato al campo ma anche al mercato, con tanti potenziali milioni pronti ad entrare nelle casse della Fiorentina così come avvenuto con Alonso, anche lui consacratosi nel 3-4-2-1 di Sousa. Senza scordarsi delle medie realizzative di Babacar, delle speranze su Maxi Olivera e del genio, messo da parte, di Zarate.
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