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L’agente: “Vlahovic rimane? Più sì che no. Provai per Pasalic e Gundogan in viola”

BERGAMO, ITALY - MARCH 12: Mario Pasalic of Atalanta BC celebrates after scoring the opening goal during the Serie A match between Atalanta BC and Spezia Calcio at Gewiss Stadium on March 12, 2021 in Bergamo, Italy. (Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

Marko Naletilic ricorda qualche retroscena e rilascia le sue opinioni sul futuro di Dusan Vlahovic

Redazione VN

L'agente croato Marko Naletilic, che gestisce tra gli altri Mario Pasalic, si è collegato con Lady Radio:

Vlahovic è diventato una prima punta molto importante, in giro ce ne sono davvero pochi di questo livello. La Fiorentina ha un grande tesoro all'interno della rosa. Cifre? Il mercato che ci aspetta è un'incognita, la crisi non sta passando e non ci possiamo aspettare le cifre della scorsa estate, figuriamoci di quelle precedenti. La Fiorentina vuole rinnovare il contratto del suo attaccante, e a me pare che anche a lui convenga. Poi non so cosa il calciatore e l'agente abbiano in testa. Chi lo gestisce ha lavorato molto con la società, vedo più del 50% di probabilità di rinnovo.

Vlahovic è cresciuto calcisticamente e come uomo a Firenze, dovrebbe essere legato alla piazza. Non so perché, ma sembra che i serbi abbiano più successo dei croati nella Fiorentina. Tolto il primo Badelj, non ne viene in mente nessuno. Io stesso, da agente e da croato, non me lo spiego: non c'è molta differenza di qualità.

Pasalic? Avevo buoni rapporti con la Fiorentina, ho trattato prima coi viola che non con l'Atalanta, il Chelsea aveva già l'accordo con la Dea e devo dire che non poteva andare meglio a Mario. Pjaca? Ha avuto troppi infortuni, la sua esperienza a Firenze è stata condizionata da questo. Ho provato a portare anche Gundogan alla Fiorentina, ma il Borussia Monchengladbach, sua squadra all'epoca, non volle privarsene. Sei mesi dopo, poi, andò al Dortmund e si giocò la finale di Champions.

Rapporto fra agenti e dirigenti? Fino a dieci anni fa, i DS hanno condotto i giochi, ma il cambio degli ultimi tempi è dovuto non agli agenti, ma ai presidenti, che vogliono avere molta più voce in capitolo e si muovono in prima persona. Prima ci voleva anche più gavetta per arrivare a fare il dirigente, come anche l'allenatore, ai massimi livelli. Pradè? Lui l'esperienza l'ha avuta, ha cominciato tanti anni fa a fare questo mestiere. La qualità c'è, a volte non dipende solo dal DS. Il suo curriculum parla da solo...

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