Chiamarlo "calo" inizia ad essere riduttivo. Perchè il periodo di astinenza ha una durata ormai quasi paritaria al periodo d'oro di inizio stagione. Nelle ultime 14 presenze Nikola Kalinic ha segnato la miseria di 1 solo gol. Un attaccante, o quantomeno una stagione, dalla doppia personalità. Un po' come per il resto della squadra, anche se le difficoltà del croato sono iniziate un po' prima rispetto a quelle della Fiorentina. E probabilmente sono crisi legate tra loro, ma è difficile stabilirne causa/effetto: sarà stata l'astinenza di Kalinic ad incidere sul peggioramento della Fiorentina o viceversa? Assomiglia tanto all'uovo e alla gallina.
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Altro che calo… Kalinic come dottor Jekyll e mister Hyde
Chiamarlo "calo" inizia ad essere riduttivo per Kalinic. Bomber nelle prime 16 partite, attaccante spuntato nelle ultime 14. Comunque vada sarà un affare, però...
Ma il dato di fatto è piuttosto lampante. Nelle prime 16 presenze (parliamo di campionato), il centravanti ex Dnipro è andato in gol ben 10 volte. Ritmi da bomber e una media straordinaria di 1 gol ogni 120' circa, compreso quello con il Chievo nell'ultima giornata del 2015. Poi dopo capodanno, quel Kalinic non si è più visto. Soprattutto sotto porta, ma anche nell'efficacia del suo gioco in funzione della squadra. Ben 8 partite consecutive senza segnare, poi il sigillo di Bergamo contro l'Atalanta del 21 febbraio, e di nuovo altre 5 match di totale sterilità. In totale, 1 rete negli ultimi 1000 minuti circa. La cosa ancora più preoccupante è che negli ultimi tempi il croato arriva quasi mai al tiro, anche quando (come nella prima mezzora con l'Empoli) la squadra attacca costantemente.
Una sorta di Dottor Jekyll e Mister Hyde, due personalità in totale contraddizione. Qual è il vero Kalinic? Il giudizio definitivo è rimandato a maggio. Di certo, per quanto è stato pagato (circa 5 milioni), sarà comunque stato un affare per la Fiorentina. Però...
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