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Kalinic, quando il cuore non basta

Dopo aver fatto centro alla prima di campionato contro la Juventus, l'attaccante croato non è più riuscito a trovare il gol in Serie A. Eppure le occasioni non mancano...

Simone Torricini

Nikola Kalinic non è stato sicuramente uno dei peggiori in campo nella gara tra Fiorentina e Atalanta, anzi. Ha dato del filo da torcere alla retroguardia bergamasca e in più di qualche occasione ha sfiorato il gol del vantaggio. Già, quel gol che tanto gli manca e che sembra sempre dietro l'angolo salvo poi rimandare a data da destinarsi la propria venuta.

Un anno fa, di questi tempi era già a quota 5 nonostante un inizio che in molti additarono come "a rilento". Adesso quel risultato è lontano ben 4 reti, e Kalinic, dopo aver timbrato il cartellino all'esordio allo Juventus Stadium, è a secco in campionato sin dalla seconda giornata.

Il lavoro sporco compiuto ogni weekend lo penalizza dal punto di vista della finalizzazione, è innegabile, ma è altrettanto vero che un attaccante, un numero 9, non può permettersi un'astinenza tanto lunga quale quella che lo sta contraddistinguendo da ormai troppe settimane. Di positivo c'è che nelle ultime tre partite (quella odierna, quella di Torino, prima della sosta, e quella del Franchi contro il Milan), Kalinic ha dato segni di ripresa. Sbaglia tanto, troppo, ma quantomeno arriva in porta. Cosa che, non più di un mese fa, non accadeva praticamente mai.

Tra la seconda e la quinta giornata il 9 di Sousa ha avuto tra i piedi appena 2 occasioni da rete. Dalla partita contro il Milan in poi la media di chance per gara si è impennata, fino a raggiungere ben 7 occasioni in 3 gare. Sintomo di crescita, e di un gol che - prima o poi - dovrà pur arrivare.

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