Trenta denari. E’ quello che serve a Stevan Jovetic e al suo agente Ramadani per soddisfare le richieste legittime della Fiorentina e sentire di nuovo la voglia di giocare per vincere in Europa.
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Jovetic, la confessione e i trenta denari
Considerazioni in libertà da chi ha sempre difeso JoJo (COMMENTA)
Ha scelto la Gazzetta dello Sport, massimo quotidiano sportivo, per esternare di domenica il suo disagio nel restare a Firenze ancora e non poter vincere in Europa.
Aspirazione legittima e ambizione confessata ‘coram populo’ senza nascondersi dietro ad un dito. Magari, aggiungiamo noi, poteva farlo anche prima, ma, via, accontentiamoci così.
Tattica perfetta quella di Ramadani e dei suoi consiglieri italiani che sanno perfettamente che Firenze non ama essere “presa per le mele”. Quindi meglio confessare la verità, non nascondere le ambizioni e tutto potrà essere ingerito come una normale pozione di veleno a cui segue il giusto antidoto.
Detto questo, e fatti i giusti complimenti ad Alessandra Gozzini autrice dell’intervista, subentra il ragionamento fatto col cuore. Il cuore viola di un giornalista che ha visto crescere calcisticamente e atleticamente un ragazzo piuttosto allampanato e smilzo che nei primi anni viola non aveva un fisico prepotente, ma prometteva bene. Fisicità poi fiorita grazie al lavoro sul campo e allo staff della Fiorentina.
Ho sempre difeso il giocatore anche quando le prime esibizioni così così autorevoli colleghi lo volevano dare in prestito altrove per “farsi le ossa”. Ho difeso un ragazzo che portava in giro la sua faccia acqua e sapone con quella pettinatura un po’ naif anni ’70 (non parlo per indivia, sia ben chiaro): Ho ammirato la sua partita incredibile contro il Liverpool, capolavoro della sua carriera fiorentina e tante altre gare in cui ha fatto la differenza per la Fiorentina.
L’ho difeso come se fosse un figlioccio, ma adesso mi sento amareggiato per la sua scelta. Legittima nel cercare di migliorare, ma non nei tempi e modi.
Jovetic ci ha fatto capire chiaramente che il corteggiamento non platonico di Marotta è iniziato da un anno e adesso viene a chiedere uno sconto per poter andare in bianconero. Se l’amore fosse sbocciato ora lo potrei anche tollerare ma sapere che per un anno c’era la premiata ditta Conte-Marotta dietro le sue prove opache a volte ingiustificabili, mi dà veramente noia per non scriver di peggio...
Se vuole andare, vada pure. Porti con il suo Ramadani quei trenta denari che gli servono e stia attento a non trovare nel suo orticello un Cercis Siliquastrum (andatevi a cercare il nome volgare dell’albero se volete) che non ha niente a che vedere con l’esterno romano. Ma non creda con la confessione di aver accontentato i tifosi della Fiorentina. Il suo ritorno non sarà mai, come spera, paragonabile a quello di Baggio. Il Divin Codino fu portato in carrozza a Torino contro la sua volontà. A Jovetic la volontà di fare il salto non è certo mancata. Addio, anzi AddJo.
SAVERIO PESTUGGIA
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