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Jovetic e i rigori, primo errore dopo sei gol

I penalty di Jojo da quelli rubati alla doppietta contro la “saracinesca”

Redazione VN

Prima o poi doveva accadere anche a Jovetic, il campioncino montenegrino ha sbagliato il suo primo rigore con la maglia della Fiorentina dopo sei realizzazioni. La serie finisce dove era iniziata, all’Atleti azzurri d’Italia, in quella porta dove aveva segnato il suo primo gol in Serie A nel 2009. Anche quella volta c’era Consigli in porta, e anche quella volta l’estremo difensore indovinò la traiettoria, pur senza riuscire a fermare il pallone.

Da lì i gol contro Livorno, Roma, Novara e la doppietta con l’Udinese, contro un Handanovic che dagli undici metri è praticamente imbattibile. L’estremo difensore sloveno da quando è in Serie A ha parato 19 rigori su 30, una media mostruosa che però non è servita a fermare il numero 8 gigliato, che quest’anno al Franchi l’ha “bucato” due volte su due dal dischetto.

Dicevamo, sette rigori tentati in maglia viola, sei realizzazioni. E potevano essere anche di più se Gilardino e Vargas due anni fa non gli avessero rubato due rigori che gli spettavano per gerarchia (fra l’altro il peruviano sbagliò). Curiosamente nelle partita in cui Jovetic ha segnato un rigore la Fiorentina ha vinto, nell’unica in cui ha sbagliato invece ha perso.

In questa stagione sono 4 su 5 i rigori realizzati, ovvero l’80%. Meglio di lui (fra gli 8 giocatori che hanno tirato almeno 5 rigori) hanno fatto Ibrahimovic (100%, addirittura 9 su 9), Lodi (6 su 7) e Di Michele (5 su 6). Dietro ci sono comunque giocatori di assoluto livello come Cavanti (solo 2 su 5) e Milito (5 su 7). In questa stagione dei 118 rigori tirati ne sono stati realizzati 92, ovvero il 78%, dato in linea con la precisione di Jovetic dal dischetto.

Gli altri rigoristi viola che si sono avvicendati dagli undici metri negli ultimi anni hanno fatto peggio, un solo gol su due tentativi per Vargas, due su quattro per Ljajic. Ma d’altronde negli ultimi sette giorni abbiamo visto sbagliare giocatori come Ronaldo, Messi e Kakà…

FRANCESCO CIANFANELLI