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Jacobelli e Grassia su Italia e stadi

Filippo Grassia, giornalista de Il Giornale, è intervenuto a Radio Blu in merito all’inchiesta della Gazzetta dello Sport: “Dobbiamo essere, da un lato, grati a questi signori che hanno fatto …

Redazione VN

Filippo Grassia, giornalista de Il Giornale, è intervenuto a Radio Blu in merito all'inchiesta della Gazzetta dello Sport: "Dobbiamo essere, da un lato, grati a questi signori che hanno fatto grande il calcio italiano. D'altra parte però si poteva puntare più sui calciatori italiani. Il problema non è del governo, che ha impiegato troppo ad approvare la legge sugli stadi, io lo condanno perché non ha protetto il merchandising dei club "favorendo" i prodotti taroccati".

Anche Xavier Jacobelli ha espresso la sua opinione su tale argomento: "La questione è che la casta che ci ritroviamo non capisce l'importanza degli stadi. Gli impianti non devono essere destinati solo alla partita, ma anche a tutta un'altra serie di azioni commerciali. Lo Juventus Stadium ha aumentato il fatturato dello stadio della Juventus del 33%. Noi abbiamo una Lega con un presidente dimissionario dal 2011 e non si riesce a trovarne un altro che abbia il favore dei vari club".

Infine i due propongono un pronostico personale su Italia-Danimarca:

Filippo Grassia: "In Armenia abbiamo ottenuto tre punti importanti. Abbiamo visto che possiamo riprendere il filo del gioco, smarrito da tempo. Col ritorno di Chiellini in difesa e con l'inserimento di Balotelli in attacco credo che la nazionale possa dare tanto con la Danimarca. Gli scandinavi non dovrebbero impensierirci, mi auguro che gli azzurri pensino solo alla partita e non al prossimo turno di campionato".

Xavier Jacobelli: "Prandelli ha fatto un lavoro strepitoso nonostante le critiche ed i pregiudizi che gli sono piovute addosso. Sono intollerabili i giudizi che descrivono Prandelli come un tecnico che vuole favorire la Juventus nella partita di campionato contro il Napoli. Stessa cosa vale per Buffon, che non si può neanche far male. In questo momento in tanti hanno buone nazionali, e ormai non ci sono partite facili".

MATTEO ANGIOLINI