Fermi lì. Guai a pronunciare la parola turnover al cospetto di Sousa. Gli allenatori, per costume e cavalcando le norme del politically correct, tendono a generalizzare i giocatori uniformandoli almeno apparentemente agli occhi dei media e dei tifosi. Paulo però la pensa davvero diversamente e oggi lo ha spiegato: "Tutti i giocatori che dimostrano voglia e atteggiamento giusto hanno più possibilità degli altri di giocare. Io cerco sempre di inserire tutti ma voglio competitività tra i miei giocatori, non penso al turnover nel modo in cui credete voi. Zarate? Sta a lui guadagnarsi il posto". Bando dunque al concetto tanto caro, per esempio, a Prandelli che in una settimana con tre partite indicava l'ultima come quella in cui effettuare più variazioni di uomini.
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L’esempio di Baba, la meta di Zarate: il turnover ai tempi di Sousa
Sousa ha spiegato la sua concezione di turnover: Babacar è riuscito a trovare spazio, Zarate può seguire il modello del compagno di squadra...
Nella concezione del portoghese assume rilevanza la competitività che i giocatori mostrano quando si allenano e quando scendono in campo in relazione ai diretti concorrenti. La teoria, in effetti, si traduce in pratica e l'esempio più fulgido è Babacar. Elogiato a più riprese pubblicamente, ha dimostrato con concentrazione e movimenti di poter trovare spazio a gara in corso ma anche da titolare. E pensare che quest'estate Khouma è stato realmente ad un passo dall'addio. Insomma, si trova qui il giusto compromesso tra il mister ed i suoi uomini. Vale anche per Zarate, il migliore dell'estate viola che per note vicende extracampo non ha ancora esordito in questa stagione. Il tecnico ha bisogno di vedere maggiore coinvolgimento e affidabilità, senza trascurare l'umana comprensione che in questo caso non può non esserci. Fissati gli obiettivi, il percorso di reintegro di Maurito può avere inizio. Difficile vederlo titolare domani ma Sousa è uno che ama sorprendere.
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