Tra le tre e le sei di domenica pomeriggio, i dirigenti del Bologna (Corvino, Di Vaio e Fenucc) si sono trovati di fronte ad un bivio. Stravolgere tutto con un allenatore «da progetto» o tamponare la situazione con un allenatore a tempo, buono cioè per centrare la salvezza quest’anno? Prima di cena hanno scelto la terza via: confermare Rossi. Salvare capra e cavoli, nella speranza di salvare il Bologna. L’allenatore da progetto era uno soltanto: Vincenzo Montella, il preferito (per profilo) da Joey Saputo. Ma Montella ha una clausola di cinque milioni per liberarsi dalla Fiorentina. Oggettivamente: non c’erano i tempi tecnici per provarci. E concretamente: il Bologna oggi non ha questa forza. Non ce l’ha perché Saputo è stato chiaro. E ha chiuso - dopo una cinquantina di milioni investiti - il portafoglio. Cioè: i dirigenti avevano strappato un bonus per il mercato di gennaio. La spesa (così corposa) per un altro allenatore, non è prevista. Non ora, almeno. Potrà diventarlo se la situazione precipita (sconfitta a Modena col Carpi) ed esonerare Rossi non sarà più una scelta, ma l’unica soluzione. Dopo Montella, si è sondato Mazzarri. Ma costa troppo. E cerca squadre di altro livello. I tentennamenti di Guidolin sono derivati dal fatto che il Bologna, così emerge, non ha affondato il colpo (banalmente: è stato contattato, ma un’offerta concreta non gli è mai arrivata). E ora? Se Rossi vince, esultano tutti. Se perde, perdono tutti.
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Il retroscena: il Bologna aveva puntato Montella per sostituire Rossi
L'ex allenatore viola è il preferito di Saputo
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