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Il palo di Lazzari, l’atto di presenza

L’arbitro Mauro Bergonzi di Genova era arrivato a Firenze con uno bagaglio in più, non imgombrante, questo magari no, ma scomodo, questo invece sì: un sacchettino con dentro una patata …

Redazione VN

L’arbitro Mauro Bergonzi di Genova era arrivato a Firenze con uno bagaglio in più, non imgombrante, questo magari no, ma scomodo, questo invece sì: un sacchettino con dentro una patata bollente. Ossia? Lamenti, piagnistei, insinuazioni, perfino sospetti. Vestirsi di nero, un classico, per scendere un campo non dev’essere stato un gesto qualsiasi. Però il sorriso non mancava. Neanche visto Bergonzi per venti minuti, poi ecco il catellino rosso per Cerci, fallo di reazione (dire ingeuo è troppo poco), squadra in dieci e così sia. Nei primi quindici minuti la Juventus è sbucata due volte con Vucinic: palla contro il palo nel primo caso, palla in rete nel secondo, alla destra del portiere. In meno di mezz’ora ecco la seconda rete, autore Vidal, cileno, omonimo di un lontano ex viola, campione del mondo con l’Uruguay nel Cinquanta. Due a zero e rizzati, ma era tanto difficile farlo. Che partita poteva infatti essere a quel punto? Quasi una volenterosa imitazione, ma Vucinic non la pansava così, ha ha sfiorato due volte il terzo gol. Ci ha pensato Marchisio, con l’aggiunta finale di Pirlo e di Padoin, e allora (a dir poco) addio. Da osservare che per la Fiorentina andare sotto rete è sempre un problema. Bello il colpo di Lazzari nel finale, con Buffon che ha deviato sul palo. Un atto di presenza, siamo a questo ormai.

Giampiero Masieri - la Nazione