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Il Franchi non è intoccabile: la Soprintendenza apre al restyling

Dal soprintendente all’Archeologia, alle Belle arti e al Paesaggio arriva un'apertura all’ipotesi di progetto di copertura e ristrutturazione del Franchi

Redazione VN

Un restyling dello stadio Franchi? Perché no? Dal soprintendente all’Archeologia, alle Belle arti e al Paesaggio arriva - si legge sul sito de La Nazione - una bella apertura all’ipotesi di progetto di copertura e ristrutturazione dello storico stadio di Campo di Marte. Parole importanti, quelle di Andrea Pessina: "Non escludo che si possano fare modifiche, anche se dovranno essere motivate", spiega. Togliendo definitivamente la cappa del nessuno tocchi il Franchi perché è un’opera sottoposta a vincolo. "Nessuno mi ha mai posto la questione, parliamone", la fa breve Pessina.

Lo stadio non è intoccabile, dunque. Si può coprire. E si possono anche avvicinare le curve al campo. E, di più, la motivazione per intervenire con una adeguato cappello impermeabile c’è ed è bella solida: si tratta di salvaguardare il monumento dall’usura del tempo. Realizzato completamente in cemento armato, potrebbe subire danni per la continua esposizione agli agenti atmosferici: il crollo del ponte Morandi a Genova ne è infausto monito. A spiegare l’importanza della tutela del monumento, progettato nel 1929 dagli ingegneri Pier Luigi Nervi e Gioacchino Luigi Mellucci, e costruito fra il 1930 e il 1932, è l’archistar di Firenze, Marco Casamonti, che ha dato nuova vita alla Dacia Arena di Udine e che sta trasformando, lo stadio di Tirana, realizzato a forma di ‘D’ di ‘dux’ come il nostro Franchi, sull’idea e sul disegno di un altro architetto, ingegnere e urbanista fiorentino: Gherardo Bosio, chiamato lì da Mussolini, insieme ai colleghi Florestano Di Fausto e Armando Brasini.