Ho incontrato a San Paolo Carlos Botelho, terzo dei 5 figli di Julinho, che nell’ottobre scorso è stato a Firenze, ricevuto tra gli altri dalla dirigenza della Fiorentina, per consacrare la sua entrata nella hall of fame viola. “Ho ricevuto un affetto che non mi aspettavo, addirittura i cori della curva!” mi dice con gli occhi che confermano la sorpresa.
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Il figlio di Julinho: “Che festa con la Juve”
Carlo Botelho ci racconta il ritorno a Firenze e un suo progetto con la Viola
“Ho Visto con i miei occhi l’emozione del presidente del Settebello nell’indossare la maglia numero 7 appartenuta a mio babbo , l’unica che noi avevamo conservato, ma che ho voluto regalare al museo storico della Fiorentina, perché di là è venuta e là doveva ritornare” mi racconta con la voce interrotta dall’emozione che ha ha coinvolto anche chi vi scrive.
“Ascoltare ‘Julinho uno di noi’ intonato dalla curva, mentre ero seduto in tribuna di onore accanto al presidente Andrea Della Valle, mi ha fatto quasi dimenticare che da lì a poco avrebbe avuto inizio una partita che so che a Firenze chiamano di ‘La Partita’. Mi sento orgoglioso di essere stato un bel portafortuna per il risultato finale della sfida, ed è stato bellissimo abbracciare decine di persone intorno a me, tutti noi coinvolti nell’euforia della rimonta storica.”
Poi mi confessa un sogno: “ Fra qualche anno vorrei andare ad abitare a Firenze. Mio padre sempre mi diceva che era una terra bellissima, e io gli credevo, anche senza averla conosciuta. Ma adesso capisco molto di più cosa lui volesse dire”. E continua: “Quando mio padre prese la decisione di tornare in Brasile, per stare accanto alla madre che era appena diventata vedova, il cuore gli sembrava scoppiare. Il presidente della Fiorentina gli fece preparare il contratto del rinnovo con la cifra dell’ingaggio in bianco, che lui avrebbe potuto scegliere a suo piacimento; ma la famiglia fu un richiamo troppo forte”.
Ed é anche per questo che Julinho è considerato un eroe dentro e fuori dal campo.
Ho anche visitato la casa dove Julinho è nato e ha trascorso i suoi ultimi giorni di vita, e ho parlato con il figlio maggiore, quello che appare in alcune foto dell’epoca in braccio alla mamma e al babbo. Lui che è cresciuto scandendo le sue prime parole in italiano (aveva poco più di un anno quando arrivò a Firenze), e che conserva con cura e gelosia alcuni super8 e foto della casa dove abitavano in riva all’Arno.
Infine Carlos mi parla di un desiderio: “Vorrei riuscire a realizzare una partnership con la Fiorentina, per lo sviluppo del club sportivo dove giocano giovani e giovanissimi future speranze del calcio brasiliano, e che si trova nel quartiere dove ancora oggi tutta la nostra famiglia vive.”
Di questo ne parleremo nei prossimi giorni con il Dr. Mencucci, e nel nostro piccolo cercheremo di aiutarlo a realizzare questo sogno, per far sì che questo pezzetto di San Paolo sia sempre più colorato di viola.
Dal Brasile - ANDREA CHIAVACCI
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