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Il favoloso mondo di Diakhate

Dalle partite in Piazza Indipendenza al ritiro di Moena. La storia del giovane senegalese

Redazione VN

SCATTA il rosso e la macchina rallenta, lo sguardo del guidatore si sposta sul vortice umano che ondeggia fra le panchine scansando gli estranei, o anche no: in mezzo agli ululati rimbalza un pallone, il calcio ha la precedenza, i confini invisibili del campo sono sacri. Sono un vortice quei ragazzini senegalesi che giocano in piazza Indipendenza, a Firenze, negli spazi di cemento fra i palazzi. Altro che San Siro, questa è vita. Lo sguardo del guidatore torna sul semaforo. Poi di nuovo sul mischione. Scatta il verde e la macchina accosta a destra, il guidatore arriverà più tardi al lavoro e saprà giustificarsi. Altri cinque minuti di partita sul cemento e l’uomo si avvicina a un ragazzino del vortice: quanti anni hai? «Tredici». «Ma come, sei del 1998»? «Fine dicembre». «Fatti accompagnare subito in Fiorentina dai tuoi genitori».

Questa è l’incredibile storia di Abdou Lahat Diakhate, tesserato dai viola senza un provino su un campo di calcio: è bastata un’occhiata al semaforo, fra quelle panchine c’era una pepita e chi lavora nello staff giovanile viola ha saputo estrarla.

DIAKHATE ha sedici anni e mezzo, domenica prossima volerà negli Usa con la Fiorentina che incrocerà il PSG e il Porto: Paulo Sousa è a corto di centrocampisti, ma questo sembra un dettaglio di fronte alle potenzialità del ragazzino già accostato _ e questa per lui è una cattiveria, il calcio è pieno di paragoni sfumati _ addirittura a Pogba. Il fisico è quasi lo stesso, la stoffa si vedrà insieme alla capacità di gestire le tensioni in campo e fuori: impossibile anche ricorrendo a tutte le iperboli fare un pronostico attendibile su un ragazzo nato quasi nel 1999.

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DI sicuro anche qui a Moena il baby accostato – per ora temerariamente – a Pogba ha mostrato di non avere problemi di ambientamento, né di reverenzialità, figuriamoci di autostima.

Chiedere informazioni alla tibia di Vecino, entrata in collisione dopo un precedente contrasto di gioco. Chiedere ai compagni, tutti sinceramente impressionati. In tre anni Diakhate è passato dai Giovanissimi nazionali agli Allievi, che ha quasi saltato con un carpiato per traslocare subito in Primavera. Lì 31 presenze e 10 reti. Gli occhi di molti addosso. E in futuro arriverà anche un contratto serio con la Fiorentina, un’ottima notizia per il padre che vive spesso a Livorno esercitando come molti altri connazionali un tipo di commercio saltuario. Fosse qui a Moena vedrebbe Abdou in rampa di lancio. Su quelle panchine in piazza Indipendenza si era seduto, per un attimo, il dio del pallone.

Angelo Giorgetti - La Nazione