Un desiderio sbandierato senza incertezze e senza paura: conferma. Del risultato, certo, considerati i tre punti arrivati a San Siro contro il Milan. Ma soprattutto dell´equilibrio e dell´atteggiamento che ha permesso quel tipo di vittoria. Delio Rossi è leggermente più sereno di qualche giorno fa, logico, e con lui la sua squadra. Anche perché il macigno di un Lecce a due punti avrebbe rischiato di schiacciare la Fiorentina costringendola ad un finale di stagione in apnea fra incubi e pressioni. E con la B troppo vicina. Ma nonostante una classifica decisamente migliore, il concetto di tranquillità viaggia ancora piuttosto lontano da Firenze. Perché molti dei problemi che hanno portato i viola a giocare per il mantenimento della categoria non possono essere spariti in un pomeriggio, pur glorioso, di inizio aprile. «La prestazione di Milano è stata di livello, inutile nascondersi - dice Rossi - però in questo momento della stagione è inutile aggrapparsi a delle sensazioni. Conta soltanto giocare e stare zitti. Io sono lo stesso scemo di sabato scorso».
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Il compromesso di Delio
Si riparte dal modulo di San Siro. Ballottaggio in mezzo (COMMENTA)
Fuori Vargas, Olivera e Camporese per acciacchi vari, il tecnico si aggrappa al 3-5-2 e allo scheletro della formazione che sabato ha battuto il Milan, ritoccandola però in ogni reparto. «Con la settimana classica avrei confermato in blocco gli undici giocatori di San Siro. Ma devo tenere conto delle tre partite in una settimana, e valutare bene come stanno i miei giocatori». Dichiarazioni sulla carta inappuntabili, che però sanno molto di bluff: considerando il recupero fisico di Gamberini, il ritorno dalla squalifica di Montolivo e la ritrovata brillantezza di un Amauri rigenerato dal primo gol in viola. Tutti e tre partiranno titolari. A destra forte l´opzione De Silvestri («è plausibile») dopo l´ottima prestazione contro il Milan, a sinistra senza Vargas tocca ancora a Pasqual. L´unico rompicapo porta al ballottaggio Lazzari-Kharja, con il marocchino provato ieri con licenza di accompagnare le punte. Behrami stringe i denti, mette da parte il dolore al ginocchio e parte dal primo minuto. (...)
Giovanni Sardelli - La Repubblica
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