Il chiodo fisso

Vincere, vincere, vincere. Per la Fiorentina è diventato un chiodo fisso, una meravigliosa 'ossessione'. Da Montella a Borja Valero, da Pasqual a Cuadrado, chiunque ha parlato negli ultimi giorni ha ribadito un concetto ben preciso: è arrivata l'ora di riportare qualche trofeo a Firenze. Uno in particolare, l'Europa League, la Coppa europea meno prestigiosa che darebbe però grande lustro alla Fiorentina, consacrandola tra le realtà più importanti e rafforzando la sua immagine nel panorama internazionale. E che regalerebbe una gioia ai tifosi viola, andando a togliere un po' di polvere da una bacheca ormai ferma a 13 anni fa, con la Coppa Italia alzata in cielo da Rui Costa il 13 giugno 2001. Appena dodici mesi più tardi quella Fiorentina sarebbe poi fallita, per ripartire con il nuovo corso targato Della Valle. Anni ricchi di soddisfazioni e di successi, ma è mancato il trionfo tangibile per aggiornare il palmares.

Certo, un conto sono le parole e un altro - ben più complicato - sono i fatti. Ma la Fiorentina è proprio dai fatti che ha dimostrato di fare sul serio, a partire dall'anno scorso. ADV è stato il motore di un rilancio in grande stile, passato dagli uomini mercato, dall'allenatore e dal parco giocatori. La squadra viola può annoverare almeno 5-6 campioni di caratura internazionale, cosa che raramente gli era accaduta nella storia recente, e l'obiettivo è quello di aggiungere altre pedine dello stesso livello accanto a Rossi, Borja, Gomez, Gonzalo, possibilmente Cuadrado, per diventare una "grande" a tutti gli effetti. E magari porsi davvero, senza mezzi termini, l'obiettivo più ambizioso di tutti. E siccome vincere aiuta a vincere, rendendoti appetibile anche agli occhi dei 'top players', mettere in bacheca una Europa League, per giunta da alzare allo Juventus Stadium, può essere ancor più importante di centrare un piazzamento Champions, come ha detto Pasqual (LEGGI). Ovvio che la corsa al terzo posto non verrà snobbata, tutt'altro, così come si onorerà al massimo la Coppa Italia. Con il solito mantra: vincere, vincere, vincere.

SIMONE BARGELLINI

twitter @SimBarg

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