Stavolta non parliamo di stadio, né di partite o di mercato. Concentriamo l'attenzione su un tema che, chissà, potrebbe presto diventare attuale sul piano strategico. Fin dall'insediamento di Commisso come proprietario e di Pradè come direttore sportivo, la nuova Fiorentina ha insistito su un punto: valorizzazione del territorio fiorentino e toscano. Qualcosa si è intravisto già durante la scorsa sessione estiva di mercato, con alcuni giovani prestati a società di Serie B o C del Granducato, oltre ad alcune amichevoli con squadre vicine.
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Il buon vicinato come opportunità di crescita: Fiorentina e Toscana, un binomio da coltivare
Benefici per tutti gli attori in gioco, una strategia da mettere in atto
Due obiettivi
Una tattica che, a più ampio raggio, potrebbe essere vincente per tutte le parti in causa. Instaurando rapporti di buon vicinato con le altre società professionistiche toscane, nessuna di queste in competizione diretta con i viola, la Fiorentina riuscirebbe a centrare due obiettivi: far crescere i propri giovani in contesti professionistici e avere una sorta di prelazione sui migliori talenti dei settori giovanili toscani.
Alternativa alla seconda squadra
L'altro lato della medaglia è comunque positivo: ritorno economico, con le cessioni, e tecnico, con i migliori giovani talenti viola a disposizione, per le società pronte a stringere la mano alla Fiorentina. Le alternative non mancano: Empoli, Livorno e Pisa in Serie B; Arezzo, Carrarese, Pianese, Pistoiese, Pontedera, Siena e le neopromosse Grosseto e Lucchese in Serie C; Prato, Grassina, Montevarchi e Scandicci, giusto per citarne alcune, in Serie D. E senza considerare l'esteso mondo che popola i piani inferiori, vera linfa per tutto il movimento. L'alternativa più veloce e pratica alla seconda squadra. Non una vera e propria affiliazione, come quella esistente tra Sampdoria e Vis Pesaro, ma un rapporto privilegiato che genera benefici per tutti gli attori in gioco.
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