"Ultimamente ho cambiato troppo spesso, più di quanto vorrei". E' stato lo stesso Vincenzo Montella, alla vigilia del match col Milan, a tirare fuori quello che oggi appare come uno - certamente non l'unico - dei problemi della Fiorentina. I viola palesano infatti da alcune settimane un calo nelle prestazioni (e nei risultati) che si sperava fosse stato superato con le buone prove contro la Juve e contro il Napoli. Al di là della stanchezza e degli infortuni, che senza dubbio rappresentano un alibi non indifferente, la formazione gigliata dà l'impressione di aver un po' smarrito la propria identità di gioco, quello che fino a poco tempo fa è stato uno dei grandi capisaldi della gestione Montella. E probabilmente non aiutano, da questo punto di vista, i cambiamenti tattici che il tecnico ha messo in atto nelle ultime uscite: difesa a 3 o a 4, tridente offensivo o coppia d'attacco, centrocampo classico o a rombo, e così via. Anche a livello individuale, ci sono stati giocatori che hanno dovuto adattarsi a ruoli diversi nel giro di poche partite e spesso per scelte tecniche, più che per situazioni contingenti.
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Il bisogno della stabilità perduta
La Fiorentina ha smarrito la sua identità di gioco, anche a causa di…
Il caso più evidente è quello di Cuadrado, un po' esterno, un po' ala da una parte e dall'altra e un po' terzino. Spesso tutto questo nel corso della stessa gara. Ma potremmo citare anche Tomovic, sballottato da destra a sinistra, o Vargas o lo stesso Wolski che pur giocando poco ha sperimentato quasi tutti i ruoli dal centrocampo in su. Una camaleontismo esasperato che, a quanto è parso dal campo, potrebbe aver generato un po' di confusione in alcuni elementi, contribuendo ad un "inceppamento" della manovra viola. C'è poi il caso di quei giocatori che appaiono e scompaiono a periodi, senza un apparente motivo: Ambrosini, ad esempio, da quando è rientrato dall'ultimo infortunio non aveva quasi mai trovato spazio e a Napoli gli era stato preferito persino il desaparecido Bakic. Poi ieri è stato "ripescato" per giocare 90' davanti alla difesa, dove abitualmente viene impiegato un costruttore di gioco (Pizarro o Aquilani). Ma casi analoghi, anche se comunque diversi tra loro, sono quelli che riguardano Ilicic, Wolski, Matos, Roncaglia e Diakitè: quasi tutti, chi più chi meno, sono passati repentinamente da un impiego costante ad un accantonamento, e viceversa. E' chiaro che con gli allenamenti a porte chiuse Montella è l'unico che può valutare e scegliere in base alla condizione di forma della sua rosa, ma basandosi sul rendimento in partita molte scelte sono sembrate discutibili. Da adesso servirà una gestione quanto mai oculata, per tenere sulla corda tutta la squadra, cercando di concludere il campionato nel miglior modo possibile, in avvicinamento alla finale di Coppa Italia, l'appuntamento ormai più importante della stagione della Fiorentina.
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SIMONE BARGELLINI
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