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Il biglietto dell’intercity “Fiorentina-Milan”

Una partita da sei punti quella di domenica al lunch time. Vincere per tornare a -3 dal Milan e dalla zona Champions (anzi, a -2 considerando lo scontro diretto a …

Redazione VN

Una partita da sei punti quella di domenica al lunch time. Vincere per tornare a -3 dal Milan e dalla zona Champions (anzi, a -2 considerando lo scontro diretto a favore) o dire definitivamente addio al terzo posto. Firenze sente la sfida e risponde in massa tornando a riempire il "Franchi". All'andata la Fiorentina dette lezioni di calcio alle casacche rossonere, imponendosi con un 3 a 1 scaramanticamente impronosticabile in riva all'Arno alla vigilia, divenuto splendida realtà sotto le luci di San Siro. Un risultato che emozionò Firenze per qualità e quantità e che scatenò la goliardia fiorentina con tanto di link sui social network dove il prof. Borja Valero insegnava il "giuoco" calcio a un imbambolato Montolivo. Una Fiorentina che vinse con la forza del gruppo, costruito e consolidato da Montella, in quanto privata del suo Top Player da trenta milioni di euro. A un girone di distanza differenze e analogie con la partita di andata saltano subito all'occhio. La squadra viola è chiamata nuovamente a fronteggiare l'assenza di Jovetic (e qualcuno spera addirittura che sia un segno positivo del destino), con la possibilità di rispolverare il "mago" El Hamdaoui (tra l'altro autore proprio contro il Milan del suo primo gol in maglia viola). L'11 Novembre la Fiorentina andava a San Siro reduce da 3 vittore consecutive contro Lazio, Genoa e Cagliari, mentre, ad oggi, il risultato ancora fresco di sabato scorso ad "Is Arenas" sta lì a ricordarci l'andamento altalenante del girone di ritorno, rispetto a quello di andata. Ma è in casa Milan che si annotano le differenze più significative. Un abisso separa la squadra di Allegri di Novembre, da quella che si presenterà al Franchi tra pochi giorni. La medicina Balotelli, prescritta nel corso del mercato di Gennaio, ha dato nuova linfa alla squadra rossonera che dal guardare da lontano i piazzamenti per l'Europa, è passata a puntare con forza il secondo posto. Nella sua corsa forsennata (a volte "meravigliosamente" priva di ostacoli) c'è però una Fiorentina che non ci sta a fare da vittima sacrificale sull'altare delle aspirazioni rossonere. C'è un Fiorentina che ha già ampiamente dimostrato di giocare il calcio più bello della Serie A e che è capace di tenere testa a tutte le squadre, in particolar modo in casa (chiedere alla Milano sponda neroazzurra, o alla stessa Juventus che proprio contro di noi faticò e non poco).

E Firenze ci crede. Perché dopo due anni di buio la piazza è di nuovo orgogliosa e fiduciosa. Perché negli occhi dei tifosi brilla ancora quel 3-1 di San Siro e perché, a questa squadra e a questi giocatori, appare lecito chiedere una prestazione con la "P" maiuscola, perché, se domandare è lecito, sperare è... cortesia.

Con i migliori auspici che il biglietto per l'intercity Fiorentina–Milan non sia di sola andata.

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