La Fiorentina perde a San Siro. Paulo Sousa e la sua truppa cercano il forcing finale per acciuffare il pareggio. Il tecnico decide di giocarsi l'ultima carta: Joshua Perez. Il giovane americano classe 1998 entra in campo al posto di Tello. A San Siro è esordio assoluto tra i professionisti. Per commentare questa prima volta, Violanews.com ha contattato in esclusiva Hugo Perez, ex campione del calcio degli Usa e zio del calciatore viola.
news viola
Hugo Perez a VN: “Esordio a San Siro, una gioia per Joshua. L’Italia nel nostro destino, Berna il modello”
Parla lo zio del giovane che ha giocato a lungo nella Nazionale degli USA: "Ragazzo serio e lavoratore, quest'estate è maturato molto"
Hugo, ha seguito in diretta la partita Inter-Fiorentina?
"Sì, certo ho visto tutto l'incontro. Nei primi 20 minuti la squadra viola ha sofferto l'audacIa dell'Inter poi la qualità è venuta fuori sulla lunga distanza. In dieci uomini ha fatto quello che ha potuto, il pareggio era difficile da ottenere".
Partita delicata ma Sousa ha dato fiducia a Joshua. Un'esordio particolare...
"Sousa ha fatto una mossa da intenditore di calcio. Inserire Josh a quel punto della partita è segno di un allenatore che sa come si svolgono le partite. Inoltre così facendo ha dato un forte segnale di fiducia ad un ragazzo. Ci vuole coraggio per fare una scelta del genere. E il tecnico portoghese ha già lanciato altri ragazzi nella sua carriera".
In famiglia vi aspettavate questa prima volta?
"Io sì, me lo aspettavo che potesse esordire (sorride ndr). Tello stava bene ma non aveva disputato una prestazione eccellente. Inoltre abbiamo l'Italia nel destino in famiglia. Io ho esordito in Nazionale contro l'Italia nel 1984 in un'amichevole che terminò 0-0".
Come giudica i primi minuti di Joshua da professionista?
"Ha avuto un buon impatto. Da due settimane sta lavorando in maniera continuativa con la prima squadra, adesso il suo obiettivo è rimanerci a lungo. Deve dimostrare a Sousa di poterci stare".
Vi siete sentiti in questi giorni?
"C'ho parlato diversi giorni fa quando è stato convocato per la partita con l'Empoli. Gli ho detto di stare tranquillo, di concedersi del tempo per realizzare la cosa e di godersi il momento".
Che ragazzo è Josh, fuori e dentro il campo?
"E' un ragazzo coi piedi per terra, vive in Italia da tanto tempo e ha nel dna le qualità per fare il calciatore professionista. Lavora sempre duro, abbiamo passato insieme i mesi di giugno e luglio e devo dire che sta maturando sempre più sotto ogni aspetto. Sul campo è uno abile palla al piede, ama fare i dribbling. Sa anche sacrificarsi per la squadra e per questo dico che il suo modello di riferimento può essere Bernardeschi".
Cosa augura a suo nipote?
"Di essere felice e divertirsi. Parlo di lui in qualità di zio ma anche per averlo allenato nell'Under 14 e nell'Under 15. Il suo esordio è un altro passo avanti per il calcio americano. Da queste parti stiamo lavorando con dedizione e i primi frutti si cominciano a vedere".
© RIPRODUZIONE RISERVATA