Il primo introdotto della serata è stato Claudio Merlo, centrocampista del secondo scudetto. Queste le sue parole: "Tra i calciatori della Fiorentina attuale quello che mi somiglia di più è Borja Valero. Sono molto emozionato, è la prima volta che Firenze mi premia con grande onore. Una volta, durante Lazio-Fiorentina, i tifosi viola mi corsero dietro perché mi scambiarono per Montesano (tifoso laziale, ndr). Ai nostri tempi ci divertivamo, ma per giocare ad alto livello devi fare una vita tranquilla, senza eccessi. Firenze mi ha dato tanto, per cui voglio ricambiare donando questa maglia (la numero otto dell'anno dello scudetto). Ho esordito a Milano, in campo c'era Hamrin, che per me è come un padre". E il mitico Uccellino parla così di lui: "Merlo correva molto di più di quello che la genta pensava, sono il primo testimone: ero io a mandarlo a correre. Gli dicevo: te corri, poi quando arrivi vicino all'area di rigore passami la palla che ci penso io". Così Eduardo Macia: "Il calcio è una cosa molto importante. I campioni sono quelli che vincono qualche volta, ma i veri campioni sono quelli che rimangono nella memoria della gente. Oggi per un calciatore è molto facile avere la propria maglia. Ho la sensazione che Merlo donando questa maglia stia donando una parte di sé".
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Hall of Fame, tutte le dichiarazioni della serata
Da Merlo a Macia, passando per i parenti di Baglini e Segato. E poi anche Albertazzi, Contratto, Antognoni…
Il secondo introdotto, per la categoria Dirigenti, è stato Nello Baglini, il presidente del secondo scudetto. Così Merlo: "La Fiorentina di Baglini aveva un grande settore giovanile, che fornì due-tre calciatori di alto livello alla squadra dello scudetto. I rinnovi di contratto con il presidente? Trattato direttamente con lui, adesso invece ci sono i procuratori. Il nostro era un calcio difficilissimo, con tanti calciatori tecnici, si giocava con il libero, marcature a uomo. Credo che adesso sia un po' più facile rispetto a prima".
Il terzo introdotto è stato Renzo Contratto. Le sue parole: "Il 16 maggio 1982 rimane nella storia della Fiorentina e scolpito nella mia mente. Quell'anno vinse chi era abituato a vincere". Così Eugenio Giani su di lui: "Contratto era un infaticabile cursore, dava il senso della grinta e del sudore, cosa che è sempre piaciuta a Firenze. Come capitan Pasqual è uno di quei calciatori che verranno sempre ricordati per l'attaccamento alla maglia".
Il quarto introdotto della serata è stato Armando Segato. A ricordarlo c'erano due dei tre figli, Cristiana e Alessandro. Le loro parole: "Sì, mio padre rinunciò alla Juventus per la Fiorentina. Anche a nome di mio fratello Gianluca voglio ringraziarvi. Quando le persone muoiono giovani continuano a vivere nei ricordi di chi li ha conosciuti, per cui voglio ringraziarvi di cuore per tutte le occasioni. Causio ha giocato insieme a mio padre a Reggio Calabria, c'era un grande rapporto tra loro, veniva a trovarlo spesso durante la malattia. Oltre ad amare questa città, mio padre amava moltissimo la Nazionale. Ci ha sempre insegnato a giudicare le persone per quello che erano e non per quello che apparivano. Nella vita ho trovato una persona con i valori di mio padre ed è Andrea Claudio Galluzzo, a cui voglio donare una delle medaglie azzurre di mio padre". Gli fa eco il fratello: "Voglio ringraziare tutti. Non ho conosciuto mio padre, l'ho vissuto attraverso i racconti dei miei fratelli, per cui voglio ringraziarli". Così Ardico Magnini sul compagno di squadra: "Per noi Armando era lo spirito. Scherzava, ma non voleva gli scherzi. In Svizzera iniziammo a farci i gavettoni, a tal punto da far rigonfiare il parquet dell'albergo; Armando che lanciava il sasso e ritirava la mano! Era una grande persona, oltre non si può andare". Le dichiarazioni di Carpanesi: "Segato nasceva ala sinistra, poi divenne centrocampista. Chiappella era più apprezzato di lui tecnicamente, anche se aveva una costanza di rendimento eccezionale. Sono molto legato a lui. Quando allenava a Venezia tentò di portarmi via dalla Roma, ma non se ne fece niente".
Il quinto introdotto, nella categoria Allenatori, è stato Mario Mazzoni. Le sue parole: "A Bari giocai contro la Fiorentina, il cui capitano era proprio Segato. Pellegrini mi ha datto dannare, sono quasi andato via per colpa sua. Quando allenavo la Primavera mi faceva morire!. Liedholm andava a letto alle nove, così mi chiedeva la formazione e gli dicevo "Per me giocano Moreno e Antognoni"; la mattina ci rincontravamo e mi diceva "Mi hai convinto". Liedholm era furbo come una faina, a me invece davano due lire. Chiappella era il mio maestro. Spinsi Mazzone a venire alla finale di Coppa Italia, visto che sarebbe stato il prossimo allenatore". Il figlio di Beatrice: "È difficile non commuoversi stasera. Ogni anno faccio un memorial per mio padre e devo ringraziare Giancarlo, Moreno e tutti gli altri che mi raccontano qualcosa di lui". Moreno Roggi: "Ho un ricordo bellissimo di quella notte. Mario è sempre stato modesto e di sottostimarsi, anche se sapeva quale era la sua mportante nella Fiorentina. Noi abbiamo ascoltato lui e, con un pizzico di fortuna, abbiamo vinto la Coppa Italia. È stato il nostro condottiero". Ennio Pellegrini: "Devo solo ringraziarlo. È stato come un padre. Quel poco che ho fatto è stato grazie a lui".
Sesto introdotto, categoria Ambasciatori, Giorgio Albertazzi. "Quando la Fiorentina vince lo scudetto nel '69 feci vestire tutti di viola alla Pergola. Giocai nella Fiorentina da piccolo, ero nella squadra Menti. Era una grande ala, come l'inglese Martenson. Voglio ricordare due persone: Zeffirelli e Gratton, un calciatore della mia Fiorentina e un grande numero otto. Stasera ho visto due miei idoli. Uno è Antognoni: quando Martina lo colpì sono stato male per giorni, avevo paura non potesse giocare più; è come annullare il valore di un artista, se manca qualcosa all'arte e alla poesia manca qualcosa al mondo. L'altro mio idolo è Batistuta. Ho scritto tante cose sulla Fiorentina; la vedo come una ragazza che cammina a testa alta su un prato verde, come Antognoni quando giocava. Il gioco della Fiorentina è sempre stato bellissimo, leggero, lo specchio della città. I fiorentini sono un po' incazzosi, ma anche con una leggerezza di fondo. Con Firenze ho un rapporto di amore e odio, qui ho fatte cose importanti, però poi venivano fuori certe frasi. Fiorentini, attenti alla mediocrità. La M del logo non vuol dire sono Museo, ma Magnifico Museo Fiorentino".
Infine, gran finale con Gabriel Omar Batistuta. Le parole del bomber argentino: "Giancarlo per me è un mito. C'è stato subito feeling, più di una volta mi è bastato uno sguardo per capirci. Contro il Venezia volevo superare il record di Hamrin. Per me l'Uccellino è stato una fissazione, l'asticella era altissima, è stato un esempio. Ho vissuto nove anni a Firenze, Serie A o Serie B è lo stesso. Ho vissuto l'affetto dei tifosi, adesso me lo godo di più rispetto a quando ero giocatore. Sono cambiato, sto raccogliendo quello che ha seminato. Sto cominciando a capire quello che ho fatto in passato. Quella notte a Wembley tutta la squadra fece una grande partita, io completai l'opera con il gol. Quando sono arrivato a Firenze non è stato facile. Dico sempre che a Firenze mi hanno accolto bene in casa, ma la prima notte mi hanno fatto dormire in giardino. Voglio ringraziare mia moglie, siamo arrivati qui da soli e siamo andati via con tre bambini. Ringrazio tantissimo Stefano e Lisetta, così come Luigi, che mi hanno aiutato tantissimo nei primi giorni a Firenze. Non ho mai avuto dubbio sull'accoglienza di Firenze. Sarei rimasto qui anche in Serie C, ho detto di no a tante squadre. Sono felice della scelta che ho fatto, di quello che ho dato a Firenze e di quello che ho ricevuto". Giancarlo Antognoni: "Con Gabriel ho vissuto nove anni stupendi. Da dirigente mi ha fatto vincere più che da giocatore. Colgo l'occasione per ringraziarlo. Mi avrebbe fatto molto piacere giocare con Hamrin e Batistuta". Infine, il pensiero del giornalista argentino Pablo Triulzi: "Gabriel è l'ambasciatore di Firenze. Quando giocava tutti con il satellite cercavano Firenze. In Argentina ci sono tantissimi tifosi di Fiorentina e Napoli. Antognoni giocava con Bertoni e Passarella, nel Napoli c'era Maradona. Dopo è arrivato Batistuta e i tifosi è aumentata. Batistuta è il più grande bomber dell'Argentina, nemmeno Messi l'ha raggiunto per ora".
STEFANO FANTONI
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