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Gol belli? A volte non servono

Rete fortuita quella del tedesco con la Dinamo, come lui un campione del passato recente…

Redazione VN

L’infortunio subìto lunedì da Babacar con il Verona aveva rimesso l’attacco della Fiorentina nelle mani di Mario Gomez. Toccava al tedesco riprendersi la squadra viola e spazzare via le critiche piovutegli addosso nelle scorse settimane. Contro la Dinamo Kiev, il Panzer ha risposto presente, consapevole dell’importanza di partite come quella di ieri sera. Non è ancora il Gomez ammirato con la maglia del Bayern Monaco, ma qualche passo in più rispetto alle ultime gare anonime con Juventus e Napoli c’è stato.

Una buona prestazione la sua, condita da un gol fortuito e decisivo allo stesso tempo. Sul cross forte e teso di Joaquin, il numero trentatré viola voleva probabilmente stoppare il pallone per poi calciare. E’ venuta fuori, invece, una conclusione mista tra piatto destro e ginocchio, sbilenca, non il massimo sul piano estetico, ma determinante. Ciò che contava era questo. Sbloccare il risultato dopo le tante occasioni create e dare più tranquillità alla squadra. E pazienza se la rete di ieri non è stata bella a vedersi. C’è chi ha costruito una carriera – e che carriera – sui gol segnati quasi per caso: Pippo Inzaghi. Un esempio? L’1-0 siglato nella finale di Champions League ad Atene contro il Liverpool nel 2007. Da calciatore, l’attuale allenatore del Milan non aveva tiro, velocità, dribbling, ma sapeva sempre trovarsi al posto giusto al momento giusto. Un po’ quello che è successo ieri sera a Gomez, adesso nuovo capocannoniere viola. Una marcatura da attaccante vero, da opportunista, per di più storica, visto che nelle competizioni europee Super Mario si è messo alle spalle un mostro sacro del calcio tedesco come Rummenigge. E’ soprattutto nelle partite da dentro o fuori, in cui ci si gioca qualcosa d’importante, che i gol di rapina possono far propendere la gara – e nel caso di giovedì anche la qualificazione al turno successivo – da una parte o dall’altra. A tal proposito potremmo riprendere da esempio Inzaghi e in particolare il suo pallonetto al portiere dell'Ajax in occasione del ritorno dei quarti della Champions League 2002-03. Nel tabellino dei marcatori, alla fine, ci entrò Tomasson, ma fu il lob del centravanti piacentino, di fatto, a portare il Milan in semifinale contro l'Inter.

Gomez si era fermato, più che al palo, alla sosta perché dopo la doppietta di Udine aveva ripreso la stagione in maniera zoppicante. Adesso si è nuovamente sbloccato. E lo ha fatto nel momento più importante, quello che porterà alla semifinale di Europa League contro il Siviglia.

STEFANO NICCOLI