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Gare rinviate tra maltempo, prevenzione, drenaggio e rimedi: come evitare altri “Pescara-Fiorentina”

Un viaggio dentro alle tecniche utili per evitare il rinvio di una gara: dalla copertura degli spalti al drenaggio del campo da gioco

Giacomo Brunetti

"Quarta gara in stagione colpita da problematiche metereologiche: per ben tre volte, la protagonista è stata la Fiorentina che, dal canto suo, ha dovuto rinunciare in due casi a scendere in campo salvo, in occasione della partita in casa contro il Crotone, poter riprendere a giocare. Situazioni che danneggiano il campionato e tutto quello che ruota intorno: come evitare rinvii a causa di nubifragi, temporali o, come nell'ultimo episodio, per abbondanti nevicate che hanno reso pericoloso non il terreno di gioco ma gli spalti, facendo venir meno i requisiti di sicurezza necessari affinchè il pubblico potesse assistere alla gara senza rischiare infortuni?

"Per quanto riguarda l'ultimo caso, la soluzione più immediata è quella legata alla copertura delle tribune: in Italia, il primo stadio interamente al coperto è stato il Dino Manuzzi di Cesena, oggi "Orogel Stadium" e vanto della società romagnola visto il terreno da gioco in erba sintetica. Dopo il progetto della società bianconera, anche lo Juventus Stadium e la Dacia Arena - "Friuli" per i più nostalgici - sono stati dotati di una copertura per tutti i settori dell'impianto, scongiurando così l'inagibilità dello stesso ed evitando che, come nel caso di Pescara, la neve ed il ghiaccio possano mettere a rischio l'incolumità degli spettatori. Un metodo innovativo, per adattare l'impianto a seconda delle esigenze, è quello della copertura retrattile, prevista nelle intenzioni di chi vorrebbe costruire il nuovo stadio di Bologna per mantenere la visuale anche dal campo della Torre di Maratona: in Polonia, per esempio, lo stadio Narodowy è dotato di questo sistema, ma nel 2012 questo non impedì alla pioggia di rinviare la gara tra i padroni di casa e l'Inghilterra. Per coprire l'impianto serviva un preavviso di ventiquattro ore.

"L'altro punto riguarda quei casi in cui ad essere impraticabile è il terreno da gioco: nella prima occasione della stagione in corso, ovvero Genoa-Fiorentina, il manto di "Marassi" non ha resistito alle ingenti piogge cadute a gara iniziata, sommate a quelle dei giorni precedenti, che hanno costretto all'interruzione della partita, con l'impianto genovese che, negli ultimi dieci casi di gare rinviate in Serie A, è stato protagonista per ben quattro volte, compresa quella appena citata. Il "Luigi Ferraris" è al centro quindi del 40% dei casi di rinvio di una sfida di campionato nonostante il rifacimento del manto erboso - e dei conseguenti impianti di drenaggio - avvenuto nel 2015, che lo hanno reso per 800.000 uno dei primi impianti dotati di un terreno da gioco "ibrido", con un'erba mista tra naturale e sintetica, il "Football Green Live", ovvero un intaso di fibre vegetali su cui vengono impiantati i semi d’erba naturale, in modo che crescano come un vero e proprio terreno naturale. L'utilizzo delle superfici sintetiche non rientra pienamente in questo discorso: sebbene diminuisca notevolmente i costi di gestione e manutenzione, talvolta può aumentare i casi di infortuni. L'utilizzo di campi in erba sintetica è presente in alcuni campionati come quello olandese dove, nel 2015, venti squadre, ovvero il 54% dei club professionistici, disponeva di un terreno di gioco non in erba naturale: l'Heracles fu la prima squadra in Europa a dotarsene, inaugurando il manto nel 2005.

"Il drenaggio del sottofondo è fondamentale per ridurre l'usura del manto erboso e mantenere un corretto stato vegetativo, assicurando la praticabilità del campo, diventando un elemento importante per evitare il rinvio di gare per maltempo legato al campo: l'esempio lampante arriva proprio da Pescara, dove il problema è stato infatti quello della sicurezza e non quello dell'impraticabilità del terreno di gioco, in ottime condizioni nonostante le nevicate ed il vento che aveva divelto i teloni a copertura del manto erboso. A Firenze, da sempre uno dei migliori impianti per superficie di gioco in Italia, si è intervenuti nell'estate del 2015 su un campo che resisteva dal 1990: la Fiorentina ed il Comune, con un investimento da 180.000 euro, hanno compiuto un'opera di rizollatura ed efficientamento dell'impianto di irrigazione, motivo per cui, nella gara contro il Crotone, si è potuto scendere continuare a giocare dopo una pausa nella quale è stato impiegato anche il "trattorino" che ha agevolato i compiti di drenaggio.

"In questo campo, il Sassuolo è nuovamente una delle società all'avanguardia: il "metodo Mapei", adottato dall'omonima ditta a capo del proprietario dei neroverdi Squinzi, consente al "Mapei Stadium" di essere una delle eccellenze in questo settore. Il primo passo è l'interbimento, essenziale la sua permanenza anche durante le stagioni con temperature più rigide, e la resistenza al calpestio, evitando l'usura eccessiva negli anni, fattore che rende vano il drenaggio e porta al rischio di impraticabilità. Il Sassuolo vanta un sistema innovativo, dove viene recuperato il sistema di drenaggio usurato sbancando il sottofondo del terreno di gioco fino a 60 cm, riempiendolo con materiali specifici drenanti in combinazione con il sistema di raccolta costituito da tubazioni microforate distribuite su tutta la superficie, con conseguente assorbimento eterogeneo delle acque piovane e quelle necessarie all'irrigazione del campo: in questo metodo spicca l'assenza dei tubi di drenaggio, elemento presente in tanti impianti. Oltre ad un'ottima superficie, il compito degli agronomi diventa poi fondamentale per la manutenzione del terreno da gioco delle società calcistiche: dal controllo dell'umidità del substrato fino all'illuminazione artificiale per favorire la fotosintesi, i club italiani investono nei gruppi di lavoro che curano il campo in ogni suo aspetto. Il "Mapei Stadium", grazie all'efficienza dei suoi sistemi, ha dovuto veder rinviare una gara ma solamente per motivi di nebbia, quella dello scorso campionato tra Sassuolo e Torino.

"Tanti metodi possono essere adottati per proteggere il proprio manto erboso ed evitare complicazioni legate a rinvio di gare: in Brasile, per esempio, in occasione dei Mondiali del 2014 si è intervenuti, durante la costruzione dei nuovi impianti, con l'obiettivo di migliorare il drenaggio dei neonati campi da gioco. L'obiettivo era quello di creare canali esteticamente accattivanti, con materiali resistenti alle intemperie, alla corrosione ed insensibili alle radiazioni solari per lungo tempo. Era anche necessario un antiscivolo ed una superficie agevole per il gran numero di spettatori. Naturalmente, ogni stadio deve soddisfare le caratteristiche legate alle condizioni metereologiche della zona: per esempio, nell'Arena Amazônia di Manaus sono stati progettati canali con prestazioni estremamente elevate a livello idraulico, in grado di resistere in modo affidabile alle grandi quantità di precipitazioni che cadono con il clima tropicale umido dello stato brasiliano di Amazonas.

"Ghiaia, sabbia, tubi e laser: i metodi sono infiniti, tutti con l'obiettivo di evitare danneggiamenti al campo e l'annullamento delle gare.

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