L'ex viola Alessandro Gamberini ha parlato così a Lady Radio:
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Gamberini: “Chiesa? Va aiutato, non discusso. A Lecce nel 2012 per la salvezza…”
L'opinione di Gamberini su Chiesa e altri temi viola
"La partita col Lecce nel 2012? È legata ad un periodo particolare, di sofferenza, che sta nel mezzo a due cicli positivi. Quella sfida fu di grandissima tensione, non eravamo abituati a giocare gare del genere e c'era la paura di poter rovinare tutto. Per fortuna ritrovammo un po' di compattezza e riuscimmo a vincere, fu una liberazione. È una tensione diversa rispetto alle sfide di cartello, ma ci fu il massimo impegno da parte di tutti. Io stesso giocai con una infiltrazione. Poi dopo quella partita in tanti terminarono il proprio percorso a Firenze.
Anche contro il Novara una settimana prima fu dura, finì 2-2. Il periodo era difficilissimo, e sul 2-0, con l'episodio della lite fra Mister Delio Rossi e Ljajic, non fu semplice. Per noi era veramente una situazione di emergenza, perdendo quella partita in casa avremmo avuto ancora più ansia nell'affrontare il Lecce. Un punto insperato che poi si è rivelato fondamentale. Come può esserlo il gol di Cutrone di ierilaltro: credo che in prospettiva possa essere importante.
La partita con l'Hellas va analizzata, Iachini lo farà sicuramente. Gara difficile, l'Inter stessa ha sofferto molto contro di loro. Di positivo c'è la reazione. Io non vedo la Fiorentina realmente coinvolta nella lotta per non retrocedere, ci sono delle difficoltà, delle problematiche che da fuori si fatica a capire, ma adesso serve gettare le basi per la prossima stagione, che deve vedere la squadra in una posizione che le compete di più. A Lecce quantomeno bisogna cercare di non perdere.
Il gesto di Chiesa? C'è tanto istinto, nessuna premeditazione né polemica. Probabilmente è uno sfogo, in conseguenza di un periodo di insoddisfazione, di sofferenza: lui vorrebbe dare di più, è molto sensibile e questo periodo lo sta mettendo alla prova dal punto di vista mentale. Il suo ruolo? Credo che si possa rispondere solo allenando lui e la squadra. Io posso dire che è un talento, un profilo di potenziale immenso, che va aiutato a venir fuori. La giovane età non gli permette forse di reagire di fronte a certe difficoltà, ma discuterlo è da folli, ha caratteristiche adatte per ricoprire tanti ruoli. Tra Milenkovic e Pezzella, partendo dal presupposto che sono due grandi difensori, farei una valutazione in base all'età: è chiaro che per un progetto solido la scelta migliore ricada sul giocatore più giovane, che possa farne parte per più tempo".
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