A muso duro. Prima la contestazione, poi la partita. D’altra parte, il concetto è drammaticamente semplice: Firenze e la Fiorentina non ce la fanno più a sopportare, tollerare, ingoiare rabbia e delusione per tutto quello che (troppe volte) ha finito per offuscare quanto di buono la squadra è riuscita e sta riuscendo a fare sul campo. E il riferimento agli arbitri non è casuale.
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Firenze dice basta
A muso duro. Prima la contestazione, poi la partita. D’altra parte, il concetto è drammaticamente semplice: Firenze e la Fiorentina non ce la fanno più a sopportare, tollerare, ingoiare rabbia …
Così, la lunga domenica di Fiorentina-Lazio (fischio d’inizio alle ore 20.45) inizierà con lo sciopero dei tifosi. Sciopero che vedrà ultras e non solo rimanere lontani dagli spalti del «Franchi» per i primi 10 minuti del match.
A muso duro, dunque, per far sentire — a tutti, ma soprattutto a chi guida il mondo degli arbitri, ovvero Braschi, e governa il pallone — che Firenze è stanca. E ha deciso di reagire.
La maxi-squalifica di Borja Valero, insomma, ha fatto chiudere il conto con la pazienza e da oggi, dopo il prologo di giovedì notte in Europa League, il popolo viola farà sentire la sua voce.
Così, Fiorentina e Lazio inizieranno a darsi battaglia in uno scenario surreale, con gli spalti vuoti e la curva Fiesole assente. Ma la protesta degli ultras viola inizierà molto prima, con un corteo che accompagnerà la squadra dall’hotel (nella zona di Firenze Sud) sede del ritiro della Fiorentina, fino allo stadio. Quindi — e qui siamo alla parte di contestazione organizzata dal Centro di Coordinamento — a ogni spettatore verrà consegnato un «cartellino» (25mila quelli stampati) con scritto «Braschi vogliamo rispetto», che sarà alzato durante la partita grazie a una coreografia speciale. «Sarà una bolgia», è l’ultimo messaggio mandato ieri dai tifosi viola. (...)
La Nazione
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