Un obiettivo diventato realtà per l’Udinese. Per la Fiorentina, invece, un obiettivo ancora da concretizzare. Stiamo parlando dello stadio di proprietà. Su questo fronte il club friulano si è affiancato a Juventus e Sassuolo. In tempi rapidissimi oltretutto. Sì, perché la prima pietra della Dacia Arena, ribattezzata il “diamante”, è stata posta il 23 giugno 2014. I lavori sono finiti nel giro di diciotto mesi e lo scorso 17 gennaio il nuovo Friuli ha ospitato una partita, quella contro la Juventus, con la capienza intera, venticinquemila posti a sedere, tutti coperti e nessuno la cui visuale sia ostacolata da elementi strutturali.
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Fiorentina e Udinese: chi sogna lo stadio di proprietà e chi ce l’ha già
L’Udinese si è affiancata a Juve e Sassuolo sullo stadio di proprietà, terminato nel giro di soli 18 mesi. A Firenze, invece, l’attesa è ancora lunga. E non è detto che dia i frutti sperati
La casa della squadra bianconera è un gioiello dell’impiantistica sportiva. A cominciare dalla sicurezza. Sugli spalti, infatti, vigila un sistema a circuito chiuso di 250 telecamere, duecento delle quali “sono in grado di monitorare i settori con un livello di precisione che consente di individuare, ed eventualmente identificare, ogni singolo spettatore”. Le tribune sono a ridosso del campo, senza barriere e con un parapetto in vetro che in Curva Nord e Distinti non supera il metro e dieci centimetri di altezza (nella Curva Sud e nel settore ospiti raggiunge i 2,50 metri). Lo stadio, aperto sette giorni su sette, comprende anche aree d’intrattenimento con bar, ristoranti e servizi per i tifosi e può ospitare incontri aziendali, convegni, meeting, eventi promozionali e di formazione grazie all’attrezzato Business Center. Insomma: una struttura per famiglie, sviluppata pensando più alla qualità che alla quantità.
Anche la Fiorentina sogna uno stadio del genere, ma i tempi – a differenza di quanto avvenuto in Friuli – sono ancora lunghi. Era il 14 luglio 2014 quando la società di viale Fanti presentò al Comune di Firenze un progetto da realizzare su tutti i 48 ettari dell’area Mercafir, sede del Centro Alimentare Polivalente (CAP). Com’è noto, l’amministrazione ha proposto ai mercati generali due aree per trasferirsi: Quaracchi (improbabile) e l’Osmannoro, zona accolta positivamente dall’assemblea Mercafir. Il resto è storia recente: Palazzo Vecchio ha prorogato fino al 31 dicembre 2016 il termine ultimo per la presentazione, da parte della Fiorentina, del progetto definitivo del nuovo stadio. La conferenza dei servizi decisoria avrà, poi, sei mesi per dare l’assenso. Quindi? Nel 2019 potrebbero iniziare i lavori per la costruzione della nuova casa della formazione gigliata. C’è ancora tanto da aspettare. La speranza è che l’attesa dia i frutti sperati.
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