Senza scarpini da calcio, senza pallone, senza compagni da abbracciare e partitelle in cui divertirsi, sudare e vincere (o perdere) cene e scommesse. La fase due ha ridato agli italiani – anche se solo parzialmente – lo sport più amato nonostante la ripresa dell’attività agonistica sia soltanto agli albori. Troppi interrogativi a cui rispondere, troppi dubbi da risolvere perché l’epidemia di Covid-19 si è portata via affetti e gran parte degli svaghi a cui difficilmente rinunciavamo fino a pochi mesi fa.
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Fase due, al Centro Sportivo la Fiorentina cerca di tornare alla normalità
I cancelli sono tornati ad aprirsi, e nonostante le rigide restrizioni si prova a pensare al campo
Adesso però i cancelli del Centro Sportivo sono tornati ad aprirsi, e sebbene la Fiorentina stia facendo i conti da vicino con una pandemia che sta rivoluzionando le vite di tutti, piano piano vuole tornare alla sua quotidianità. Tre casi a marzo (Pezzella, Vlahovic e Cutrone n.d.r.) più altri sei contagi, stando agli ultimi tamponi effettuati, non stanno fermando la ripresa delle attività di casa viola. La giornata di oggi è stata la terza di sedute individuali ai "Campini", con un via vai controllato di giocatori e staff per ritrovare la forma in attesa del via libera del Governo per gli allenamenti collettivi a partire dal 18 maggio. Proprio in giornata dovrebbe arrivare l'ok del Comitato Tecnico-Scientifico che verrà trasmesso al ministro della Salute Speranza e a quello dello Sport Spadafora e allargherà la quarantena a tutti i contatti ravvicinati dei giocatori coinvolti.
La Fiorentina, qualora ci sia la possibilità, si è sempre detta pronta alla ripartenza. Non solo, nelle ultime settimane non si è mai esposta con frasi sopra le righe (vedi Cellino o Diaconale) e inasprito i toni di una contesa che vede nel calcio solo la punta dell'iceberg. La parola d'ordine è "attesa", quella di tornare ad una normalità che ci sembra ormai lontana anni luce.
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