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Faccio l’accento svedese?

La Fiorentina sta creando un autentico melting pot, ma in fin dei conti conta più la qualità che la nazionalità. E Sam Larsson di qualità ne ha da vendere

Stefano Fantoni

Chi non ha colto la citazione del titolo sappi che non è ben accetto qui. Sì, il congiuntivo sbagliato è un'altra citazione. In un mercato estivo mai così particolare e enigmatico, la Fiorentina spesso e volentieri sta guardando oltre i confini nazionali. Sono arrivati un brasiliano, un portoghese, un serbo, un norvegese, un ceco e un bulgaro. Un autentico melting pot, lontano dall'italianizzazione proposta, ma, in fin dei conti, conta più la qualità che la nazionalità.

E Sam Larsson di qualità ne ha da vendere. Classe '93, cresciuto e affermatosi nel IFK Göteborg, per poi salire alla ribalta in Olanda con la maglia dell'Heerenveen, con cui in tre campionati ha segnato ventitré gol e servito ventisei assist vincenti. Un esterno di razza, di quelli che non si fermano mai, ti puntano cercando il fondo e negli ultimi venticinque creano sempre qualcosa di pericoloso.

Che possa essere lui il dopo Bernardeschi? Le caratteristiche sono simili, ma non identiche. Innanzitutto Larsson è destro e leggermente meno strutturato fisicamente, ma dal punto di vista tattico per Pioli rappresenterebbe la giusta pedina da collocare nel 4-2-3-1.

Dalla parte della Fiorentina c'è la chiara volontà del giocatore di mettersi alla prova in Italia, a tal punto di rompere con l'Heerenveen, che, dato il contratto in scadenza tra un anno, non può concedersi valutazioni esorbitanti. Gli olandesi valutano 8 milioni il proprio gioiello, su cui ci sono anche Celta Vigo e Porto, ma i viola sembrano essere talmente a buon punto da poter chiudere nel giro delle prossime ore.

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