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Fiorentina-Napoli, chiamatelo “el partido”

Fiorentina e Napoli, due squadre impostate sul “modello iberico” (COMM.)

Redazione VN

E' la gara più "spagnoleggiante" della Serie A. La Fiorentina ha aperto le danze già lo scorso anno, il Napoli ne ha seguito le orme dopo l'addio di Mazzarri. E così quel calcio iberico che non sembrava adatto al campionato italiano, ha trovato affermazione qui da noi ad altissimi livelli. Non solo per i giocatori spagnoli: Borja Valero il capostipite a cui hanno fatto seguito Callejon, Joaquin, Reina, Albiol e Alonso, per un totale di tre per squadra. E' soprattutto una questione di mentalità, di modo di concepire calcio, quella rivoluzione culturale introdotta un anno fa da Montella, in piena sinergia con Pradè e con Eduardo Macia (guarda caso spagnolo), che ha portato alla nascita della "Fiorentina Olè". Dalla Liga sono arrivati altri perni del progetto tattico viola, come Gonzalo Rodriguez e Giuseppe Rossi, e in quella direzione si è andati anche come filosofia di gioco, tanto che molti hanno accostato lo stile viola al tiqui taca di stampo blaugrana.

Il successo riscontrato dalla Fiorentina, non solo in termini di risultati ma anche di prestazioni, ha infranto il "tabù" legato agli esempi negativi dei Mendieta, De La Pena, Helguera, Josè Mari, Amor e compagnia. E così il Napoli di De Laurentiis ha seguito la scia, partendo dalla panchina e affidandosi allo spagnolo Rafa Benitez, così diverso dal predecessore Mazzarri. Con i soldi incassati dalla cessione di Cavani si è andati a fare shopping a Madrid, portando a casa anche - e soprattutto - l'argentino Higuain, terminale offensivo di una squadra completamente diversa da quella dello scorso anno, negli interpreti e nella filosofia. Da formazione solida, arcigna e spietata nelle ripartenze - marchio di fabbrica dell'attuale tecnico dell'Inter - gli azzurri hanno puntato sulla qualità del gioco, con un assetto più offensivo e una manovra fatta di fraseggi palla a terra. Si preannuncia quindi una sfida spettacolare, domani sera al Franchi, con forti tonalità ispaniche compresa la lingua: tra iberici e sudamericani, almeno la metà dei 22 in campo sarà di madrelingua spagnola.

SIMONE BARGELLINI

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