La Fiorentina ha palesato un evidente problema in questo primo scorcio di stagione, ed è la fragilità difensiva. I numeri parlano chiaro: la squadra viola ha incassato ben 20 gol in 15 giornate, troppi per avere ambizioni di alta classifica. La dirette concorrenti Inter e Napoli ne hanno subiti 3 in meno (pur essendo anch'esse fortemente calate - LEGGI QUI) mentre Juve e Roma hanno un passivo che ammonta, rispettivamente, alla metà e ad un quarto di quello viola (10 e 5). Un anno fa di questi tempi, la Fiorentina aveva subito soltanto 14 reti, meno di uno a partita, con 27 gol fatti contro i 29 di questa stagione (e quindi anche il saldo fatti-subiti è peggiorato). Eppure gli uomini che compongono il pacchetto arretrato sono gli stessi del campionato passato, con un Compper in più (arrivò a gennaio) e con Neto al posto di Viviano. E allora come si spiega questo calo di rendimento? I motivi sono almeno tre.
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Troppi gol subiti: e se fosse “colpa” del centrocampo?
Non è solo responsabilità della difesa. La questione del modulo (COMM.)
Il primo riguarda, ovviamente, gli errori del reparto difensivo. Savic non ha quasi mai giocato ai livelli eccellenti dello scorso campionato, Pasqual è calato di rendimento dopo un buon inizio, Neto ha vissuto di alti e bassi (come in realtà succedeva anche a Viviano) e in generale la difesa si è resa protagonista di alcune amnesie piuttosto plateali. Ma la sensazione è che una buona fetta di responsabilità sia da addebitare - ecco il secondo motivo - al centrocampo, che per definizione dovrebbe fare "filtro". Nella Fiorentina la filosofia è quella di difendere... attaccando: impadronirsi del pallino del gioco, dominare sul piano del palleggio e del possesso palla, facendo stancare l'avversario, pressandolo nella propria metà campo e lasciandogli poche opportunità per controattaccare. Lo scorso anno il trio Aquilani-Pizarro-Borja Valero faceva davvero la differenza mentre in questo campionato è fin troppo evidente il calo di rendimento dei primi due, e il solo spagnolo ha mantenuto un ritmo e una continuità paragonabili al 2012/13. Sarà per le tante partite ravvicinate, sarà perchè gli avversari conoscono meglio il gioco viola, fatto sta che, nonostante il contributo di Ambrosini, la difesa si trova molto più esposta. E qui si inserisce la terza motivazione, legata al modulo. Una difesa a 3, come si era visto nella prima metà della scorsa stagione e nelle prime giornate di questa, potrebbe offrire più solidità soprattutto in un momento in cui gli equilibri di squadra non sembrano perfetti. Dall'infortunio di Gomez in poi, invece, Montella ha quasi sempre optato per il 4-3-3 con l'inserimento di un esterno di attacco (Joaquin) anzichè di una punta "vera" da affiancare a Rossi, non fidandosi evidentemente di Rebic e Matos. Un sistema più arioso e spesso più spettacolare, ma meno divertente per Gonzalo e compagni.
SIMONE BARGELLINI
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