Al ritorno di DDV allo stadio sono state associate molte immagini, compresa quella dell’apparizione metafisica, ma chi ha frequentato Diego durante il blitz fiorentino racconta un’esperienza molto discreta. (...) E’ stato un ritorno che forse ne preannuncia altri anche se, com’è noto, l’uomo ha molte faccende da sbrigare in altri campi e in altre parti del mondo, dove sfreccia producendo utili e consolidando attività trasversali. Anche per questo Andrea Della Valle ha considerato un successo personale il ritorno del fratello allo stadio: una battaglia vinta, perché nel momento di maggiore amarezza DDV si era allontanato da tutto il calcio, Fiorentina compresa, maturando un distacco al confine con il disinteresse. DDV ha visitato per la prima volta il nuovo centro sportivo — elogi ai dirigenti per com’è stato realizzato — ed è rimasto colpito dagli Sky-box al Franchi. Prima di raggiungere lo stadio, da dove mancava da tre anni, DDV si era fatto accompagnare in centro per una passeggiata a piedi, con stop nei suoi negozi in via Tornabuoni. E dopo la vittoria si è presentato nello spogliatoio viola, quella sì un’apparizione metafisica: forse era dai tempi della promozione alla fine del campionato di C2 — con il tuffo vestito nella minipiscina interna — che DDV non si tratteneva così a lungo con i giocatori alla fine di un match.
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Della Valle, i piani per uno stile-viola
Il ritorno di Diego preannuncia scenari ambiziosi per la Fiorentina (COMM)
Interpretare le ricadute future del riavvicinamento di Diego è azzardato in assenza di certezze sul piazzamento finale della squadra (un conto sarebbero gli investimenti per l’Europa League, un altro in caso di Champions), ma certo il passo in avanti è stato netto. Ogni mossa sarà collegata al rispetto di valori etici: per questo sarà ancora potenziata la struttura di Macia, che ha il compito di incrociare tutti i dati dei giocatori che interessano alla Fiorentina, valutando l’aspetto tecnico e quello personale, i rapporti dell’atleta con la società di appartenenza, la sua situazione contrattuale e ogni altro dettaglio che possa costruire un identikit accettabile per gli standard della Fiorentina. L’idea è quella di determinare ancora di più uno stile-viola, fuori dal campo per il comportamento e dentro per la qualità del gioco. L’unica certezza è che il ritorno di Diego allo stadio è stato per Andrea il risultato di un lungo impegno diplomatico e anche l’occasione per veder riconosciuto il proprio lavoro. E a occhio per la Fiorentina sarà un vantaggio.
Angelo Giorgetti - La Nazione
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