Delio Rossi è fermo a quella sera. La partita Fiorentina-Novara è fondamentale per la salvezza dei viola. La squadra è in svantaggio e Rossi cerca di porre rimedio. Fa uscire Ljajic. Il serbo non gradisce e schernisce l'allenatore che reagisce arrivando al contatto fisico. La società lo esonera e lui si becca una squalifica di tre mesi. Adesso a Pubblico, nuovissimo quotidiano diretto da Luca Telese, raccolta la sua verità, di quella maledetta sera del maggio scorso: "Ho visto e rivisto quelle immagini cento volte. Mi sono guardato, ho ripensato a quel momento settimane e mesi. Ho vissuto tutto da dentro e da fuori. Sono costernato, dispiaciuto. Ora sembra tutto ancora fermo lì, a quel momento. Perché l'unico che ha pagato, sono stato io. L'unico che si è preso le colpe, sono stato io. Un supplizio troppo forte. Le parole di supporto mi hanno aiutato, ma pubblicamente la facciata da mantenere è sempre stata un'altra. Ho chiesto scusa a tutti, quando rivedrò Ljajic gli chiederò scusa. Ma il punto è un altro: non sono violento, sono una vittima; sono un buono, un uomo semplice, uno che non cura l'immagine e che lascia trasparire tutto quello che pensa.
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Delio Rossi: “Questa Fiorentina… merito mio”
“Io ho chiesto la rivoluzione. Mio esonero ingiusto…” (COMMENTA)
Cosa mi ha detto Ljajic? Non c'è stato insulto personale o parolaccia grave, non mi è andato il sangue alla testa per gesti da bambino: mi sono semplicemente arrabbiato. Lì, in quel momento, c'era da stabilire un ordine e l'ho fatto in maniera sanguigna. E, poi, comunque, la manata non l'ha mica presa lui, ma il mio collaboratore. Sono cambiato? No, dirò sempre quello che penso. Voglio continuare ad essere me stesso. La Fiorentina? La rivoluzione l'ho chiesta io e quello che si trova in mano Montella è farina del mio sacco. L'esonero è stato troppo per me. Volevano ripulirsi la faccia e hanno mandato via me: era la cosa più semplice da fare. Si è buttato nel cestino un professionista, che ha cresciuto ragazzi, che ha fatto avanzare giovani talenti. Cagliari? Beh, quando arriverà una proposta che mi soddisfa, l'accetterò. Deve essere una proposta che riguarda una programmazione a lungo termine e prenda in considerazione la mia storia. Ho detto no a Zamparini lo scorso anno quando esonerò Pioli (che poi scelse Mangia, ndr)".
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