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De Paul, il jolly seguito e poi sfumato. E Castrovilli ringrazia

De Paul è stato a lungo corteggiato dalla Fiorentina. Ma il suo arrivo avrebbe complicato la crescita di Castrovilli...

Stefano Rossi

Premessa: l'abbondanza di talento non può che essere un vantaggio per ogni allenatore. Lo avranno pensato anche i dirigenti viola che, la scorsa estate, hanno provato a lungo ad acquistare Rodrigo De Paul dall'Udinese. Sabato pomeriggio sarà avversario, ma se le cose fossero andate diversamente, la sfida l'avrebbe giocata con la maglia viola. Pradè, facendo leva sui buoni rapporti con la famiglia Pozzo, ha portato avanti la pista di mercato ma oltre trenta milioni non hanno convinto i friulani a cedere il giocatore la scorsa estate.

Torniamo un po' indietro nel tempo. L'idea della società era di costruire un gruppo che potesse rendere al meglio con il 4-3-3. Davanti, insieme a Vlahovic e Chiesa era previsto l'impiego di Ribery. De Paul, giocatore offensivo ma estremamente duttile, avrebbe fatto l'interno a metà campo con Badelj in regia e Pulgar dall'altra parte. A questo punto è lecito porsi una domanda: ma se fosse arrivato l'argentino, quanto spazio avrebbe avuto Castrovilli? Per onestà bisogna ammettere che Montella, dopo qualche seduta di lavoro a Moena, aveva deciso di confermare Gaetano e di non mandarlo ancora in prestito. Certo è che, nelle sue scelte, avrebbe dovuto tener presente anche le logiche economiche: la Fiorentina mai si sarebbe potuta permettere di tenere fuori un giocatore pagato oltre trenta milioni. Di se e ma sono piene le valli, però non è un'eresia immaginare che Castrovilli sarebbe stato chiuso e, almeno in partenza, avrebbe avuto meno occasioni di mettersi in mostra

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