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Dall’Empoli a Empoli: il girone, a tratti infernale, di Kalinic

Cos'è il gol per l'attaccante? E' la rima per il poeta, la penna per lo scrittore. Ma anche il martello per il fabbro e il cemento per il muratore. Insomma, è tutto. Kalinic...

Stefano Rossi

Cos'è il gol per l'attaccante? E' la rima per il poeta, la penna per lo scrittore. Ma anche il martello per il fabbro e il cemento per il muratore. Insomma, è tutto. Non esiste un gol più o meno nobile di altri. Certo, ne esistono di più belli, ma un gol è sempre un gol. Ed è la sostanza per chi gioca col numero 9, anche in senso figurato. E' il numero di reti che passa alla storia, che si scrive sugli almanacchi e che viene impresso nella memoria. Lo sa bene anche Nikola Kalinic, uno che in carriera un'indigestione di marcature, in realtà, non l'ha mai avuta.

La sua stagione a Firenze però era iniziata col botto. Movimenti corretti, assist e tanti gol. Inoltre la tenacia nel suo modo di fare pressing era da insegnare nelle scuole. Un esempio, un capolavoro. Di Sousa, che lo ha voluto. Oggi Nikola, un po' come la Fiorentina, vive un lungo periodo di crisi e di difficoltà. Nel girone di ritorno ha segnato un solo gol, contro l'Atalanta da subentrato. E proprio da subentrato ha raggiunto il culmine con la maglia viola. 22 novembre 2015, stadio Franchi. Sousa lo fa partire dalla panchina e lo manda in campo al 45'. Risultato: due gol, che permettono alla Fiorentina di pareggiare, e una traversa che non gli dà il lasciapassare per portare a casa il pallone della sfida.

Un girone dopo Kalinic, bomber senza tatuaggi e dal look acqua e sapone, è alla ricerca del gol. L'Empoli può essere il giusto obiettivo per tornare a spendere di nuova luce. Per risollevare le sorti della Fiorentina e per presentarsi al meglio agli Europei francesi. Le prestazioni, invece, non sono mai mancate perché l'atteggiamento in campo è stato sempre lo stesso. A Nikola manca il sigillo, la firma. E un documento qualsiasi, se non è firmato, non vale molto.