Dal “traccheggiare” alla chiarezza sul futuro: Allegri da un lato, Sousa e Fiorentina dall’altro

"Sì, in passato sono stato vicino alla Fiorentina. Poi loro 'traccheggiarono' ed io scelsi il Milan. Oh, come si dice... Carpe diem". No, con Allegri la dirigenza viola non colse l'attimo fuggente. Nel post partita di ieri sera il tecnico livornese ha svelato questo aneddoto. Non che fosse una novità assoluta ma la scelta del termine traccheggiare non è così sconosciuta e desueta nelle dinamiche della dirigenza. L'aver traccheggiato troppo in questa stagione ha fatto sì che la Fiorentina perdesse più di un treno. A partire dal mercato di riparazione, soprattutto alla voce difensore. La teoria attendista non ha pagato con Lisandro Lopez e si è manifestata nella sua massima espressione con l'arrivo di Benalouane a sessione praticamente chiusa.

Anche la squadra, a dirla tutta, ha traccheggiato molto nelle ultime settimane. Prestazioni incolori hanno portato il gruppo a lasciare punti preziosissimi da febbraio in poi. Pochi gol, vittorie che si sono fatte sempre più rade e classifica che è diventata poco a poco più reale e meno entusiasmante. La conseguenza? Calo degli umori a picco, specie quello di Paulo Sousa che sabato ha ammesso di aver avuto un periodo di stanchezza dalla quale adesso dice di essersi ripreso. A dirla tutta, per voler tornare sul solito concetto, a traccheggiare c'ha pensato anche lui, il tecnico. Andrea Della Valle lo ha confermato più volte per il futuro ma Paulo non ha mai messo la parola fine a questa telenovela. Ha fatto diversamente Allegri che anche ieri ha ribadito: "Rinnovo? Se avessi deciso di andare via il Presidente lo saprebbe già da tempo". Questione di chiarezza. E di mancato traccheggio. Intanto il colle dei rimpianti e del tempo perso si fa sempre più alto, specie adesso che i sogni di gloria svaniscono all'orizzonte.