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Da Pietro Vuturo lettera aperta alla “Fiesole”

Lo storico tifoso viola scrive ai tifosi della Fiesole

Redazione VN

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta di Pietro Vuturo ai ragazzi della Curva Fiesole. La pubblichiamo volentieri sperando che ne nasca un confronto costruttivo per le sorti della Fiorentina a cui tutti noi siamo legati

Così non va bene!!

Parto da una premessa facile e chiara, ribadendo che la mia posizione nei confronti della proprietà è nota, ma repetita iuvant.

Imputo alla famiglia Della Valle e l’ho detto pubblicamente, una pessima comunicazione nei confronti della città e dei loro clienti. Troppi discorsi vuoti, fatti di immagine e brand, di cose che alla stragrande maggioranza dei tifosi importano poco. Buchi di bilancio che nemmeno al golf dell’Ugolino, alcuni giocatori acquistati indecenti, cessioni importanti di giocatori con i quali oggi avremmo uno squadrone.

Il loro alter ego, il Dott. Cognigni che non perde occasione per zavorrare i sogni dei tifosi, non brillando in tempistica ed in empatia. Una dirigenza fatta di persone che sa che il calcio è importante come il magnesio.

La querelle stadio, uno stucchevole balletto con il Comune, che oggi affascina come la biografia di Cristiano Malgioglio i tifosi viola. Potrei continuare per ore ma mi fermo qui perché non è questo il nodo della mia lettera.

Con la Fiesole o perlomeno con quello che ne rimane, un rapporto abbastanza nebuloso e MAI collaborativo da ambo le parti. La Fiesole ha un problema di ricambio generazionale, di leadership, di riferimenti con i quali poter parlare, anche aspramente ma parlare, battendo anche i pugni sul tavolo. A loro scusante c’è il fatto che sono stati massacrati da Daspo a due a due finchè non diventavano dispari, spesso arbitrari e in una città da dove da anni non succede niente. Non ho mai sentito da parte dei benpensanti che oggi li criticano, nessuna voce in loro difesa, di ragazzi che nonostante tutto vanno in Curva, in trasferta, in Europa, con poche soddisfazioni in verità.

Però ragazzi e mi riferisco ai “ nipoti” di Fiesole, state esagerando, così non va bene, sabato è stato forse il minimo storico. Non confondiamo la critica con la società con l’abbandonare la squadra, i giocatori, il non volere rendere conto anche agli altri settori, al rispetto per la maglia e per chi la indossa. E’ anacronistico e senza tempo il NON rapporto con i media, perchè siamo nel 2017, il mondo funziona così e un comunicato ogni morte di papa non ha senso, non vi capisce più nessuno. Non ditemi minchiate del tipo “ noi siamo così e basta, duri e puri”, perché è una minchiata galattica.

Non si comprende chi sono fisicamente i referenti, le persone che danno una linea, che hanno una leadership. Chi vi conosce magari lo sa e vede anche quanto vi date da fare, ma il rischio è che diventiate autoreferenziali, fuori dal mondo, in un trip che ha poco senso.

Se si prende il centro della Curva se ne assumono anche le responsabilità. Non si pensa per il gruppetto di amici, ma si pensa in grande, si pensa per 30.000 persone da spingere ad incitare la squadra, questo è un assunto di base. Molto raramente vi rivolgete ai più vecchi per chiedere consigli, anzi siete spesso con le antenne ritte per vedere se quello ha detto, quello ha scritto, quello ha fatto. Fregatevene e fate sentire la vostra voce in modo chiaro, univoco, coerente. Se poi dobbiamo contestare si faccia per bene, si chiede un incontro pubblico con la proprietà, in numero ristretto, ma dalla quale si esce con idee chiare, programmi, richieste reciproche. Se no non si entra, ma le cose a mezzo hanno poco valore.

In ultimo ma non da meno, quei gradoni hanno visto personaggi immensi, molti non ci sono più, ma li hanno trascorso la loro vita. In quella Curva, la nostra Fiesole, siamo cresciuti, abbiamo pianto e gioito insieme, siamo diventati grandi, siamo diventati padri e oggi lì guardiamo i “ nostri figli”, con un pizzico di invidia per la vostra giovinezza e un po’ di malinconia per i nostri capelli bianchi. Li primo di tutti ha vissuto Stefano Biagini, “ il Pompa”, insieme a tanti altri. Credeteci sabato abbiamo avuto un tuffo al cuore nel vedere quei vuoti e quel silenzio perdonate l’enfasi e la confidenza. Passione, orgoglio, appartenenza, attaccamento, fede, solidarietà, amicizia, questi sono i nostri valori. Punto.

Poi ripeto, siccome il motivo di tutto questo a voi è chiaro fate sentire la vostra voce, non con offese pesanti o infamate ai giocatori. Così non va bene. La contestazione deve essere mirata, produttiva, chiara a voi e a tutti, se no rischia di essere un boomerang che vi torna indietro in modo pesante. E siete talmente intelligenti che capite benissimo cosa intendo dire.

Chi ha la leadership ci metta la faccia e comunichi, il tutti contro tutti, non ha veramente senso.

Con stima ed affetto

Pietro Vuturo

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