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Da Antognoni fino a Batistuta passando per Gomez e Pepito: Ribery, quando la stella smette di brillare

La storia della Fiorentina è piena di brutti infortuni ai migliori campioni: anche così Ribery entra nel grande circolo della sfortuna che perseguita

Stefano Rossi

Ci sono momenti in cui le stelle non stanno a guardare e anzi, illuminano notti indimenticabili. E poi ci sono altri in cui smettono di brillare e lasciano un forte senso di vuoto. E' successo ancora, la Fiorentina ha perso il suo giocatore migliore. L'infortunio di Franck Ribery si è rivelato più grave del previsto, due mesi senza di lui con la squadra che già annaspa saranno lunghi e pieni di insidie. Oltre le qualità tecniche, la squadra perde il leader. Il francese ha vinto tutto, dispensa continuamente consigli ai compagni. Ma soprattutto, quando era in campo, liberava la mente fragile di un collettivo che ancora non si è fatto gruppo. Badelj, Pezzella, Caceres e magari Chiesa: adesso tocca a loro prendere il gruppo per mano e trovare gli stimoli giusto per reagire alla doccia gelata.

La storia della Fiorentina è piena di schiaffi violenti nel momento meno opportuno. Il primo che viene alla mente è il caso di Giancarlo Antognoni, che nel 1981 nel mese di novembre si infortunò nel celebre scontro con Martina del Genoa. Il capitano rimase fuori fino a marzo, quella squadra guidata da De Sisti riuscì a tenere comunque un ottimo passo fino alla fine del campionato 1981-82, il resto è storia nota. E l'infortunio di Batistuta chi lo dimentica? Febbraio 1999, la Fiorentina era campione d'inverno e in piena corsa verso il terzo scudetto. Gabriel allunga la corsa, poi cade a terra rovinosamente. Con lui anche i sogni di gloria.

In tempi più recenti è toccato pure a Rossi e Gomez, i promessi sposi viola. Gennaio 2014, Pepito esce dal campo nel derby contro il Livorno. Si rivedrà solamente a maggio, nella partita contro il Sassuolo. E Mario Gomez? Qui le affinità con Ribery aumentano. Entrambi arrivati via Bayern Monaco (benché Franck fosse svincolato), entrambi sotto i ferri del dottor Müller-Wohlfahrt (sarà lui a operare il numero 7). Marione nella sua prima stagione giocò soltanto una quindicina di partite fra campionato, Europa League e Coppa Italia. Certo, questa volta il campione si è fatto male in un momento storico in cui non ci sono titoli o grandi ambizioni in ballo. Ma con la classifica deludente e il calendario in salita fare a meno della stella più luminosa per due mesi non sarà una passeggiata di salute.

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