Corvino e il passato: “fai del bene e… scordatelo”

Pantaleo è un uomo all'antica. Legato alle sue radici, ai suoi ulivi secolari e alla sua terra. Così come il suo modo di operare nel calcio è quello della vecchia scuola. Poche mediazioni e tanti uomini di fiducia per scoprire giocatori e per trattarli con chi non cerca di rifilarti il pacco. Nel codice deontologico di Corvino però c'è un altra regola non scritta che è stata rispettata praticamente sempre: il passato. Sì perché, cambiando società, il Ds ha evitato di saccheggiare il club da cui se ne andava per fare le fortune di quello in cui approdava. Questione di rapporti e anche galanteria. Tra i tanti proverbi e le innumerevoli metafore potremmo rispolverare "fai del bene e scordatene" per il suo modo di agire.

Il bene nei club dove ha lavorato lo ha sempre fatto l'uomo di Vernole, generando plusvalenze e lanciando talenti che hanno permesso alle società di sopravvivere e di vedere i conti sorridere. Quando il Corvo approdò a Firenze nel 2005 si lasciò con una stretta di mano con la famiglia Semeraro. Il patto? Nessun giocatore sarebbe stato preso dalla Fiorentina. E infatti Ledesma, Cassetti e Vucinic sono andati altrove a fare le proprie fortune.

Oggi in una posizione analoga si trova Amadou Diawara. Sousa sarebbe ben lieto di accoglierlo nel suo centrocampo ma oggi per la Fiorentina e Corvino trattare col Bologna non è semplicissimo. Un po' per le regole di cui sopra, un po' perché i rapporti non sono propriamente idilliaci. Di contorno, ma nemmeno troppo, c'è una fitta concorrenza per accaparrarsi il giocatore e le risorse dei viola oggi sono quelle che sono. Il discorso è diverso per Giaccherini. Corvino lo ha rilanciato a Bologna ma il cartellino del ragazzo è di proprietà del Sunderland che sarà l'interlocutore diretto. Dopo l'ufficialità di Pantaleo, attesa per oggi, si entrerà nel vivo del mercato. E si capirà se il dirigente con Diawara vorrà confermare la regola del passato con una gradevole eccezione.