Sì, forse ha ragione Pioli. Troppo spesso si parla di svolta, di partita che cambia le sorti della stagione. A volte è davvero così, ma tante altre no. Punti per strada li lasciano tutte le squadre, semplicemente quelli che sfuggono alla propria sembrano sempre più pesanti. Questa volta la sconfitta contro il Parma ha diverse chiavi di lettura ma un solo retrogusto, comune a tutti. E' amaro. Vincere avrebbe significato tanto, un energico sprint in avanti in classifica. Il gioco è semplice, aggiungete tre punti e capirete. Senza recriminare i pareggi contro Frosinone e Bologna, sarebbero bastati quelli persi ieri per essere in piena zona Europa.
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Continui nella discontinuità
La Fiorentina non decolla, è sempre continua nel suo essere discontinua. Col Genoa non è la svolta, ma può essere un buon jolly...
La Fiorentina ha calciato tanto verso la porta, ben 34 volte: non succedeva da quasi dieci anni (CLICCA QUI). In realtà questo tema era ricorrente anche nella passata stagione, con la squadra spesso prima per tiri effettuati ma con scarsa precisione verso lo specchio. Alcuni limiti tecnici in avanti emergono lampanti, ma anche il fattore gioventù e la logica frenesia possono dare una spiegazione.
Di buono ieri c'è stata la reazione, la voglia di rimettere in piedi la gara dopo quel gol subito. Frustrante e beffardo poiché arrivato dopo l'unico tiro del Parma. Un po' come avvenuto ai viola a San Siro. La Fiorentina, al lavoro già oggi, si proietterà subito alla sfida contro il Genoa. Inutile parlare di svolta anche questa volta. Una vittoria però romperebbe nuovamente la discontinuità della squadra e darebbe uno slancio per la corsa verso l'Europa. Certo, la Fiorentina non decolla ma nessuna concorrente è riuscita a spiccare il volo.
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