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SESTO SAN GIOVANNI, ITALY - SEPTEMBER 11: ACF Fiorentina president Rocco Commisso attends the Primavera 1 match between FC Internazionale U19 and ACF Fiorentina U19 at Stadio Breda on September 11, 2021 in Sesto San Giovanni, Italy. (Photo by Emilio Andreoli - Inter/Inter via Getty Images)
La crociata di Rocco Commisso contro il sistema del calcio italiano arriva in tribunale. Con una querela al giornale che quel mondo lo racconta da sempre, e in un certo senso lo rappresenta: la Gazzetta dello Sport. E quindi, indirettamente, a Urbano Cairo, patron del Torino e pure editore della Rosea. Come scrive ilfattoquotidiano.it, la Procura di Cagliari (dove viene stampata la prima copia del giornale) ha chiuso, lo scorso dicembre, le indagini preliminari. Un procedimento scaturito da un editoriale firmato a maggio 2021 dal vicedirettore del quotidiano sportivo più letto d’Italia, Andrea Di Caro. All'indomani della famosa conferenza stampa nella quale Commisso si era scagliato contro i media, colpevoli a suo dire di delegittimarlo con notizie false e tendenziose. Fra i vari articoli di risposta il commento della Gazzetta concludeva: “Commisso non si offenda, faccia come noi che preferiamo riderci su”.
Il n.1 della Fiorentina, invece, ha deciso di adire le vie legali. Ha sporto una denuncia-querela per il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa. Ritenendo “apertamente denigratori e discriminatori” i toni usati. In particolare lo ha fatto andare su tutte le furie l'appellativo “don Rocco”. “Più che da un gangster movie di Coppola o Scorsese, sembra uscito da un film poliziottesco all’italiana di Serie B” - il passaggio incriminato. Commisso però tiene tantissimo al mito del self-made man. E all’orgoglio ferito, dell’emigrato che ce l’ha fatta. Per lui la Gazzetta ha “offeso la reputazione dell’intera comunità italoamericana, che quotidianamente si batte per sradicare l’orribile stereotipo che associa lo stigma della criminalità organizzata ai nostri connazionali d’Oltreoceano”.
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