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Commisso e quell’abbraccio al nostro inviato: “Volevo parlarti, ma non potevo”

Commisso che abbraccia il nostro Filippo Angelo Porta

Dopo 4 lunghi giorni, finalmente Rocco Commisso, il nuovo patron viola, si è concesso alle domande dei giornalisti in loco...e non solo

Filippo Angelo Porta

"Quattro giorni. Quattro lunghi giorni. Appostati sotto gli hotel, sotto gli studi legali, con inseguimenti per le strade. Chilometri e chilometri macinati, solo per lui. Ogni tanto sbucava da qualche porta o scendeva da grandi van dai vetri oscurati. Sempre insieme al suo immancabile braccio destro, Joe Barone. Tanti sguardi (della serie, «ma come fanno a trovarci sempre»), ma nessuna parola. E allora, prendi lo zainetto e via, un altro spostamento. Però, in cuor nostro, avevamo già percepito che Commisso era diverso. Diverso da chi? Da quel prototipo del ricco inarrivabile, che magari si fa accompagnare sempre dalla sicurezza. Forse, era per quel suo sorriso, o per quella mano che ogni tanto ci salutava. Non potevamo arrenderci, «prima o poi parlerà».  Alla fine, ecco uscire Commisso dagli studi legali dove si era appena concluso l'affare. Sempre con il sorriso. Ma questa volta oltre al sorriso, c'era altro. E, dopo l’intervista concessa a noi giornalisti, mi si avvicina, mi stringe la mano e mi dice: «Erano 4 giorni che ti vedevo sotto il mio albergo. Avrei voluto parlarti, ma non potevo. Cerca di capire. Ora, però, fatti abbracciare».

"Quattro giorni, quattro lunghi giorni. E, alla fine, con le parole è arrivato anche l'abbraccio. Probabilmente, però, a livello morale, il suo abbraccio era cominciato qualche giorno prima.

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