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Come ripartire? Riordinando un po’ le idee

Moduli diversi, turnover, cambi di ruolo: la Fiorentina si è smarrita. Montella deve ridarle certezze

Redazione VN

4-3-1-2, poi 4-3-3, anzi 3-5-2 e di nuovo 4-3-3. E poi rotazione esasperata degli attaccanti, turnover un po' sì e un po' no, giocatori sballottati da un ruolo all'altro. Diciamo la verità, in questo primo mese di stagione Vincenzo Montella non sembra esattamente avere le idee troppo chiare. Certo, gli infortuni (ennesimi) di Giuseppe Rossi e Mario Gomez hanno influenzato le scelte del tecnico viola, costringendolo a cercare soluzioni alternative. Ma forse è mancata un po' di coerenza, che sembra adesso urgente ritrovare, per dare qualche certezza in più anche ai giocatori in questo momento delicato del campionato.

Partiamo dal modulo tattico, che sta cambiando quasi ogni partita. Niente di stravolgente, perchè i principi di gioco (almeno in linea teorica) sono gli stessi e il fulcro di tutto (sempre teorico) rimane il centrocampo a tre da cui non si scappa a prescindere che ci sia il trequartista, il tridente, la difesa a tre o quattro. Saper cambiare pelle è un pregio che la Fiorentina aveva messo in mostra negli anni scorsi, ma evidentemente in questa fase variare così tanto non aiuta, soprattutto per quel che concerne i movimenti offensivi. Perchè la fase difensiva, è giusto sottolinearlo, sta funzionando benissimo (LEGGI) e sta tenendo a galla i viola in classifica.

Discorso che si lega alla situazione di alcuni singoli. Che cambiano ruolo spesso, forse troppo, anche all'interno della stessa partita. Cuadrado è un esempio, esterno nel 3-5-2 domenica scorsa, poi ala un po' a destra un po' a sinistra poi di nuovo a destra. E che dire di Vargas, ieri assente per infortunio, che viene impiegato un po' ovunque nella metà sinistra del campo: esterno basso, esterno alto, mezzala. E potremmo continuare con Alonso (un po' terzino un po' centrale), con Borja Valero (interno e trequartista), con Babacar (seconda punta, esterno, prima punta) e il Joaquin di ieri (un po' a destra e un po' a sinistra).

Ma l'aspetto che lascia più perplessi, almeno per quanto ci riguarda, è la gestione degli attaccanti da parte di Montella. Un tourbillon frenetico che vede passare giocatori dalla tribuna al campo e viceversa, senza una logica apparente. Si potrebbe obiettare che ci sono stati i due infortuni (!) e che il rendimento del reparto offensivo ha lasciato a dir poco a desiderare, come dimostrano gli 0 gol segnati in quattro partite di Serie A. Ma è altrettanto vero che il fattore "fiducia" conta parecchio e che forse sarebbe più produttivo individuare gli elementi di cui fidarsi, e provare ad insistere per qualche partita. Prendiamo Josip Ilicic, uno che spesso ci mette del suo per non farsi apprezzare: ignorato fino a Bergamo, è stato uno dei più positivi contro l'Atalanta e ieri si è ritrovato in fondo alla gerarchia di Montella, l'ultimo ad entrare in campo. Non doveva essere l'anno del suo rilancio (parola dei dirigenti viola)? Allora proviamo a dargli continuità, se invece il tecnico non ci crede perchè tenerlo ancora alla Fiorentina. Discorso opposto per Joaquin, da esubero a titolare. E poi c'è Bernardeschi, il cui inserimento è molto graduale, e su questo ci sentiamo di condividere la scelta. Ma per il resto serve ritrovare un'idea di gioco per ripartire in fretta, e ritrovare quella Fiorentina armonica e compatta che finora non si è ancora vista.

SIMONE BARGELLINI

twitter @SimBarg