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Classifica marcatori: Bernardeschi, sesto assoluto, è primo in un parametro particolare…

Il talento di Carrara, che nella speciale graduatoria dedicata ai cannonieri della Serie A occupa la sesta posizione alle spalle di Icardi, Belotti, Dzeko, Mertens ed Higuain, vanta il primato in un altro parametro...

Simone Torricini

Chiamarsi Mauro Icardi, toccare la metà dei palloni giocati in una partita all'interno dell'area di rigore avversaria e segnare 14 reti in 18 presenze. Oppure chiamarsi Andrea Belotti, rappresentare il terminale offensivo della propria squadra e metterne dentro 13 in 16 apparizioni. O ancora, chiamarsi Edin Dzeko e Gonzalo Higuain, e farne rispettivamente 13 e 10. Per poi finire con il chiamarsi Dries Mertens, vivere un momento di grazia impressionante al centro dell'attacco di una delle formazioni più in forma della Serie A, e centrare la porta per ben 11 volte.

Niente di scontato, certo. È indubbio che servano attributi e qualità non comuni per mettere insieme numeri simili. D'altronde è così che i grandi attaccanti si distinguono da quelli che valgono, sì, ma che sono un po' meno grandi. Oltre a questo, però, c'è qualcosa che ci fa pensare che Federico Bernardeschi sia grande (quasi) quanto loro, nonostante di reti ne abbia segnate una manciata in meno.

Quel qualcosa (sopra rappresentato attraverso la HeatMap personale) si chiama ruolo, e distingue il talento di Carrara dagli altri mostri sacri della Serie A. Attenzione, distingue. Non allontana. Perché pur giocando ben più lontano dalla porta e dall'area di rigore rispetto a chi lo precede nella classifica dei marcatori, Bernardeschi ha sempre tenuto il passo con i piani medio-alti della classifica dei marcatori. Con qualche impennata e anche con qualche cedimento, sì, ma da metà settembre a questa parte è sempre stato tra i giocatori offensivi non-prime-punte più prolifici del campionato. Tranne adesso, che non è più "uno dei", bensì il primo di tutti.

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Meglio di Salah, di Iago Falque e di Callejon. Meglio di Perotti e del chiacchieratissimo Kessié, di Ljajic e di Insigne. Meglio di Suso, meglio di Keita. E se - come si suol dire - chi ben comincia è a metà dell'opera...

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