In principio era Seba Frey. Arrivato a Firenze nel 2005 dal Parma, è stato il padrone della porta viola per 5 anni. Un numero uno di ruolo e di fatto, sulla scia dei grandi portieri della storia della Fiorentina: da Costagliola a Sarti, da Albertosi a Superchi, da Galli a Toldo. Il problema è che da quando il suo "regno" è finito, tra problemi fisici e uno stipendio che iniziava a pesare, per la Fiorentina è iniziata la Grande Incertezza. Il primo a raccogliere l'eredità di Frey è Artur Boruc, ingaggiato da Corvino nell'estate 2010 per creare concorrenza interna al francese, reduce da una stagione poco brillante. La staffetta si concretizza a novembre, quando Frey si infortuna al ginocchio spalancando le porte - anzi la porta - a Boruc. Il polacco rimarrà titolare per quasi due stagioni, fino al maggio 2012 (nonostante l'arrivo di Neto dal Brasile), senza mai instaurare un feeling con la tifoseria. Un carattere molto schivo, uno stile poco elegante e l'andamento deludente della squadra hanno penalizzato anche King Artur, come era soprannominato in patria. Perchè al di là di un paio di papere iniziali, Boruc ha dimostrato un valore tecnico sicuramente superiore a quanto gli veniva riconosciuto all'epoca.
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C’era una volta Seba Frey
Dall’addio del francese è iniziata la “Grande Incertezza” (COMMENTA)
Via il polacco (a costo zero) siamo alla storia recente, cioè allo scorso campionato. La Fiorentina sceglie Emiliano Viviano, puntando sulle sue qualità e anche sulla fiorentinità del portiere che infatti entusiasma i tifosi viola. Purtroppo però sappiamo come è andata a finire: un'annata complicatissima, con i primi errori e le critiche già ad inizio campionato. Poi le papere dell'Olimpico contro la Roma e l'esclusione per per far posto a Neto. Finalmente l'occasione del brasiliano, dopo due anni "in naftalina". Ma dopo un impatto confortante, anche lui incappa in alcune topiche che costano punti alla Fiorentina. E così Montella cambia ancora e rilancia Viviano, che concluderà la stagione con un rendimento più solido. Ma il rapporto tra i due non è mai stato idilliaco e così a fine stagione la società decide di non riscattarlo dal Palermo per i 7,5 milioni pattuiti, nè di provare a trattare un trasferimento su altre base. E poi l'estate, le voci di mercato, i sondaggi in Italia e all'estero fino alla fiducia data - a sorpresa - proprio a Neto, in quella che sembrava un po' a tutti una grande scommessa. Purtroppo però, per ora, non si è rivelata un'idea vincente. E il tormentone-portiere continua.
SIMONE BARGELLINI
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