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Capitani coraggiosi, la Fiorentina e la chimica perduta

La Fiorentina non esercita più il fascino di un tempo: il parallelo con le altre realtà

Stefano Rossi

Scudetto, Champions o Europa League. Niente di tutto questo. A volte non servono nemmeno i palcoscenici più esaltanti per attrarre giocatori, ma soprattutto per legarli ai propri colori. Un tempo anche la Fiorentina esercitava questo fascino. A Firenze sono tantissimi gli ex che sono rimasti a vivere o che sono tornati una volta termina la carriera. Da qualche tempo però questa chimica si è persa. Borja Valero è l'ultimo esempio virtuoso, dopo l'esilio milanese è tornato di corsa a Firenze. Ma l'aspetto che oggi preoccupa è un altro. La società viola sul mercato è diventata una facile terra di conquista. In pochi anni Bernardeschi e Chiesa, figli del vivaio, sono emigrati a Torino sponda bianconera. Una fuga impensabile se solo si ripensa al 1990 e all'addio di Baggio. Il prossimo in fuga è Nikola Milenkovic, deciso a non rinnovare il contratto con la Fiorentina.

Non è un lesa maestà oggi guardare in casa d'altri e sentire un bruciore allo stomaco. Sì, perché capita che alcune rivali (sulla carta tutte società inferiori a quella viola) siano ancora affascinanti agli occhi del proprio bene più prezioso. E' il caso di De Paul e l'Udinese. Titolare nella nazionale argentina, dal 2016 è in Friuli e nonostante tanti corteggiamenti lì rimane. Inter e Atletico Madrid non sono bastati a farlo vacillare. Che dire di Belotti? Mezza Europa, se potesse, lo vorrebbe al centro dell'attacco. Se oggi il Torino non è sprofondato in classifica lo deve a lui e al suo pugnace carattere che ben si mescola all'innato senso del gol.

Ma ci sono anche altri, non più di primo pelo, che sono ancora grandi protagonisti. Quagliarella è stato deriso per anni poiché non esultava contro le sue ex squadre. Ha vestito più maglie lui di quante donne abbia conquistato Marlon Brando, ma proprio ieri ha dato picche alla Juventus, celebrando il suo legame con la Sampdoria. Nainggolan invece è tornato di nuovo a Cagliari. Lo scorso anno per supportare la moglie Claudia nella sua lotta contro la malattia, stavolta come libera scelta per sentirsi a casa. Da queste parti, invece, la scorsa estate Ribery aveva meditato all'addio alla Fiorentina. Arrivato con grande entusiasmo, dopo un anno il suo umore era già cambiato.

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